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Call center, più controlli per chi delocalizza all'estero

La viceministro allo Sviluppo, Teresa Bellanova

ROMA. Sui call center «cresceranno i controlli per chi delocalizza all'estero. Deve comunicarlo 120 giorni prima. Chi ometterà di comunicarlo verrà sanzionato con 10 mila euro per ogni inadempienza. L'ispettorato del lavoro intensificherà le verifiche». «Sta avvenendo» anche una moral suasion governativa sui committenti per impedire gare al massimo ribasso: «I contatti sono frequenti. Anche con colossi come Enel e Poste». Lo dice - in più interviste ad alcuni quotidiani nazionali - il viceministro allo Sviluppo, Teresa Bellanova, che si è occupata della vertenza Almaviva.

A questo proposito spiega che «la riforma del codice degli appalti prevede il passaggio dal criterio del massimo ribasso a quello della formula economicamente più vantaggiosa e quindi introduce la valutazione tecnica del servizio. Per le aziende serie sarà una carta vincente».

La competitività di chi non delocalizza si difende, dice, «riconoscendo il valore delle aziende che applicano la legge e aiutandole a crescere ed alzare la qualità del servizio: negli accordi firmati con le parti sociali del settore è infatti previsto un Fondo per l'innovazione».

Parlando della vertenza, sui cui ieri è stato raggiunto l'accordo, spiega che «ho visto sfilare sotto i miei uffici persone disperate che vivono con poche centinaia di euro al mese», afferma e «mi è parso subito chiaro che l'elemento centrale fosse la dignità di queste persone che non chiedevano forme di sostegno al reddito ma di continuare a lavorare».

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