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Renzi al G7: "Parlare di emergenza migranti è fuori luogo"

ROMA. «Parlare di emergenza migranti al momento è fuori luogo». A dirlo è il premier Matteo Renzi nella conferenza conclusiva del G7 in Giappone. «Bisogna passare ora dalla fase della condivisione a quella della concretezza» . Così il premier Matteo Renzi risponde - al termine del G7 - a chi gli chiede un commento sulla posizione dei leader che hanno condiviso la questione immigrazione come 'sfida globale', offrendo il loro sostegno.

«Il Migration Compact va bene» ora «aspettiamo la fase di concretizzazione» per iniziare a lavorare con i primi paesi che sono stati già individuati, come il Niger. Quelli sotto la fascia subshariana, interessati a lavorare con Ue».  «Speriamo che da qui al prossimo Consiglio Ue tra un mese la questione non sia solo un tema sul tavolo ma ci sia un messaggio concreto dell'Ue», ha aggiunto.

In riferimento al prossimo G7, che si svolgerà l'anno prossimo a Taormina, il premier dice: «Nel nostro G7 terremo insieme sogno e concretezza. Farlo in Sicilia non è un caso. La Sicilia della Magna Grecia, della bellezza, della filosofia, del barocco ma anche del volontariato e del farsi carico degli altri».

E poi spazio alle riforme: «L'Italicum non si discute, dà la certezza a chi arriva prima di governare. È una legge molto semplice che dice che chi vince le elezioni può governare, è fondamentale nel rapporto tra politici e persone. Ed elimina il rischio degli inciuci permanenti».

«Abbiamo offerto ai cittadini la possibilità di essere arbitri del proprio futuro, loro decideranno. Sono convinto che lo faranno come dicono loro non come viene suggerito da un capo di un partito o l'altro».

Sulle riforme costituzionali: «Nessuno che sostiene la forza della politica può votare contro: è la più grande riforma di riduzione del costo della politica. Se vince il no ci teniamo le regioni come sono, se vince il sì c'è una riduzione dei politici e del costo dei consiglieri regionali.

«Non può esserci nessun collegamento tra legge elettorale e referendum costituzionale». Ma «chi vuole votare no ha tutto diritto di farlo...C'è un governo in Italia che sta realizzando alcune riforme ferme da anni. Che il massimo della discussione sia la modalità di designazione dei parlamentari, un dibattito interno e autoreferenziale della classe politica, mi lascia perplesso: se a la discussione interna del principale partito deve essere le modalità, capisco le ansie, ma mi sembra riduttivo» invece di affrontare il «vero dibattito della sinistra nel mondo tra libertà e uguaglianza».

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