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Livorno, il sindaco Nogarin: "Mi dimetto se c'è rinvio a giudizio"

ROMA. Niente dimissioni perchè «io non ho rubato, non ho usato denaro pubblico per interessi personali. Il mio avviso di garanzia è stato generato da un atto amministrativo: forse quello di aver assunto 33 precari dell'azienda municipalizzata che avrebbero perso il lavoro».

Ma in caso di rinvio a giudizio «mi dimetto immediatamente. E, se dalle indagini preliminari emergessero comportamenti illeciti da me compiuti anche in buona fede, non aspetterei neppure il rinvio a giudizio per fare un passo indietro». Così il sindaco M5S di Livorno Filippo Nogarin in un'intervista al Corriere della Sera.

Nogarin sottolinea di non aver scaricato il sindaco di Parma Pizzarotti. «Ho stima di Federico, lo considero un bravo amministratore», ma «ha aspettato mesi prima di rendere noto l'avviso di garanzia, non è stato trasparente».

Il sindaco spiega di avere come modello politico Gandhi: «Non sono un megalomane, è una figura ideale che ovviamente non riuscirò a raggiungere neppure lontanamente. Però cerco di seguire il suo insegnamento». In merito alle critiche del regista Paolo Virzì, «lo inviterò a cena per mostrargli il percorso di buon governo di questa città», dice Nogarin.

«Vorrei raccontargli la verità, non perchè mi sento ferito, ma perchè le critiche sono gradite quando sono costruttive. Voglio capire meglio insieme a lui che cos'era Livorno due anni fa prima dell'arrivo della giunta M5S e che cosa è adesso. Io sono convinto che stiamo risollevando la città dal baratro e dal fango di una gestione sconsiderata del Pd».

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