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Ghiaccio alimentare, un manuale per garantire la qualità

Un vademecum per fare seguire le normative del settore durante la produzione e per non considerarlo solo come strumento per raffreddare

ROMA. Quello del ghiaccio alimentare è un mercato ad alto potenziale di crescita.

Negli Stati Uniti, ad esempio, genera un giro d’affari di 4 miliardi di dollari. In Europa, invece, la sola Spagna consuma 400mila tonnellate l’anno di ghiaccio, mentre in Italia ci si ferma a 170mila tonnellate, con margini di incremento ritenuti davvero interessanti. Secondo quanto rilevato dall’International e European Packaged Ice Association, il nostro Paese potrebbe arrivare a un consumo annuo di 500mila tonnellate. In particolare, oltre il 60% del consumo avviene tra giugno e settembre, in concomitanza con l’innalzarsi delle temperature. È con l’arrivo della bella stagione, infatti, che siamo soliti consumare più ghiaccio, non solo per aperitivi al mare o in discoteca ma anche per quelli organizzati in casa. Ad ogni modo, sia che si parli di ghiaccio confezionato legato alla produzione industriale, che di quello autoprodotto per uso domestico, è bene ricordarsi che il ghiaccio è un alimento a tutti gli effetti e come tale va trattato, così da ottenere un prodotto che risulti sicuro per la nostra salute. «Vari operatori considerano il ghiaccio come uno strumento per raffreddare e non purtroppo come un alimento; ecco perché, molte volte, l’attenzione posta sulle modalità - sia di produzione che poi anche di gestione del cubetto - sono lasciate un po’ al caso. Questo rappresenta un grosso rischio per la tutela del consumatore», afferma Carlo Stucchi, presidente dell’Inga (Istituto Nazionale del Ghiaccio Alimentare). E proprio l’Inga ha predisposto un manuale, il primo nel suo genere, di corretta prassi igienica per la produzione di ghiaccio alimentare.

Il vademecum, approvato dal ministero della Salute, ha come obiettivo quello di garantire la qualità, la sicurezza e la tracciabilità di questo alimento.

«Si tratta di uno strumento utile sia per chi produce industrialmente il ghiaccio sia per chi lo auto produce, ma anche per gli organi di controllo che sono preposti alla verifica degli adempimenti delle normative vigenti nel settore - continua Stucchi -. Vogliamo dare un forte segnale per sensibilizzare chi produce e chi controlla le tematiche inerenti la gestione e la produzione del ghiaccio alimentare, soprattutto in vista dell’estate, periodo in cui il consumo di questo alimento è in espansione». Il manuale suggerisce delle linee guida anche per ottenere ghiaccio sicuro in casa. È importante ricordarsi, ad esempio, di pulire le vaschette prima di ogni nuovo uso. Il ghiaccio, infine, va conservato per non più di 4-6 settimane dalla sua preparazione, ad almeno 5-10 °C sotto lo zero, per evitare liquefazioni e ricongelamenti che possano favorire lo sviluppo di microbi. CO.TI.

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