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Comunali a Roma, il Tar esclude Fassina dalla corsa a sindaco

Ma il candidato non si arrende e annuncia ricorso al Consiglio di Stato

Stefano Fassina

ROMA. Stefano Fassina non potrà correre per il Campidoglio. Il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso del candidato Si-Sel a sindaco di Roma e confermato l'esclusione dalle elezioni comunali di giugno delle due liste che lo appoggiano. Il motivo, la mancanza della data nei moduli di autenticazione delle firme per la candidatura. È stato così confermato dal Tribunale amministrativo il giudizio della Commissione elettorale. Ma Fassina non si arrende: «Non ci fermiamo qui. Siamo convinti delle nostre ragioni e ricorreremo al Consiglio di Stato».

La sentenza del Tar era in larga parte attesa e potrebbe cambiare molto nella campagna per la capitale, con un pacchetto di consensi di sinistra in libera uscita del 5-6%, secondo i sondaggi. Un tesoro al quale possono ambire - astensionismo permettendo - soprattutto Virginia Raggi di M5S e Roberto Giachetti del Pd. «La sinistra falce e cashmere vuole privatizzare Atac e se ne va in giro in Ferrarì, ha twittato oggi Raggi, riferendosi a Giachetti e ad Alfio Marchini rispettivamente. »Sono l'unico candidato di centrosinistra«, ha ripetuto il deputato del Pd.

L'ingegnere 'civicò ha affermato invece che »la sinistra ha abbandonato il suo popolo«. Chissà che anche lui, pur spostato a destra dalle alleanze, non speri di conquistare una parte di consensi a sinistra.  Il Tar ha respinto tutti i ricorsi proposti dalla lista Sinistra per Roma - Fassina sindaco, anche quelli riguardanti i provvedimenti di esclusione nei singoli Municipi capitolini. Per il Tar »le firme sui modelli di accettazione della candidatura a cariche elettive e di presentazione delle liste - si legge nella sentenza - devono essere autenticate nel rispetto, previsto a pena di nullità, di tutte le formalità« stabilite dalla legge».

Tra gli elementi essenziali costitutivi della procedura di autenticazione, va correttamente configurata anche la data della sottoscrizione del pubblico ufficiale procedente«.  La domanda politica ora è: a chi andranno i voti di Fassina, accreditato di una percentuale intorno al 5-6%? I suoi elettori sceglieranno Giachetti oppure Raggi di M5S, che nelle ultime settimane avrebbe avuto nuovi contatti con il sindacalismo di base e sarebbe guardata con attenzione perfino da settori antagonisti? Marchini intanto promette di aumentare lo stipendio ai dipendenti comunali, bacino tradizionale del centrosinistra. Alcuni giorni fa Fassina aveva detto che in caso di esclusione avrebbe dato un orientamento per il voto, dopo aver consultato le due formazioni che lo appoggiano. Nelle settimane scorse si era espresso a favore di M5S in caso di ballottaggio. Ma sono destinate a riaccendersi le polemiche su un presunto complotto per sabotare dall'interno la candidatura dell'ex esponente Pd per favorire Giachetti e riallacciare in qualche modo l'alleanza dem-Sel, troncata dalla fine traumatica della giunta Marino.

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