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Unioni civili, Crocetta: "Non mi sposo, sono un uomo libero. Ma legge utile contro l'omofobia"

PALERMO. «Io non mi sposo, assolutamente no..sono un uomo libero»: così, sorridendo, ha risposto ai cronisti il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, dopo la legge sulle Unioni Civili. «Vivere in un Paese retrogrado, che mi ha impedito di sposarmi - ha aggiunto in tono scherzoso il governatore - mi ha evitato due o tre volte di mettermi nei guai. A parte gli scherzi - ha concluso - è una bella legge, che sancisce il diritto di amare per tutti. La legge ci vuole perché significa anche fare una vera lotta all'omofobia».

L'Italia, sia pure tra polemiche e dure contrapposizioni, ha una legge sulle unioni civili, che dà riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali, a sei anni dalla prima sollecitazione della Corte costituzionale al Parlamento a legiferare in materia, e a 17 dai Pacs della Francia. L'approvazione è una «pagina storica» per il premier Matteo Renzi che ha posto la fiducia proprio per giungere il più rapidamente possibile al risultato. Ma il mondo cattolico è in subbuglio e il centrodestra reagisce rabbiosamente, con il leader della Lega Matteo Salvini che, surriscaldando ulteriormente un clima già infuocato, invoca l'obiezione di coscienza per i sindaci, invitandoli di fatto a non applicare la legge.
La parola passa ora al presidente Mattarella, che già molti tirano per la giacca affinchè rinvii il provvedimento alle Camere, mentre il centrodestra è pronto a raccogliere le firme per un referendum abrogativo.

 

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