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Sviluppo Italia Sicilia, dopo l'ultimatum i 75 dipendenti pronti a tornare al lavoro

PALERMO. Tornano al lavoro i 75 dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia, società regionale che si occupa di imprese ma che è stata messa in liquidazione a causa di una grave crisi finanziaria. Oggi i lavoratori, che sono in sciopero, hanno incontrato l’assessore alla Formazione, Bruno Marziano, che ha dato l’ultimatum: o torneranno a occuparsi dell’iter per autorizzare gli enti di formazione a organizzare i corsi oppure revocherà l’incarico e lo affiderà ad altri soggetti. A quel punto per la società sarà la fine.

I dipendenti domani mattina metteranno ai voti la decisione e, salvo sorprese, sembrano pronti a dare un segnale: torneranno al lavoro per una settimana in attesa di avere buone notizie sul proprio futuro.

Sviluppo Italia Sicilia è una società regionale che si occupa di assistenza alle imprese, messa in liquidazione per una grave crisi finanziaria. Secondo i dipendenti, però, la causa è legata al mancato affidamento di commesse da parte dei dipartimenti regionali, che si sono affidati a società esterne nonostante una direttiva del presidente Crocetta stabilisse il contrario. L’unico dipartimento ad aver affidato una commessa a questa società è stato quello alla Formazione guidato da Gianni Silvia.

A scatenare l’ira dei dipendenti la comunicazione del liquidatore che nei giorni scorsi ha ribadito la volontà della Regione di chiudere questa società. Crocetta però la pensa diversamente e avrebbe ribadito l’intenzione di provare a rilanciarla, mentre l’Ars nei giorni scorsi ha approvato una norma che prevede l’affidamento di nuove commesse in via prioritaria proprio a Sviluppo Italia Sicilia.

Anche Marziano si è schierato al fianco dei lavoratori e ha promesso di anticipare un mandato di 300 mila euro che consentirebbe di pagare alcune spese della società e parte degli stipendi arretrati. L’ultima parola spetta al governo, che dovrà decidere se rilanciare o meno la società. Nel frattempo la crisi di questa partecipata ha bloccato circa cento milioni di euro legati a bandi affidati o in procinto di farlo proprio a Sviluppo Italia Sicilia.

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