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Sentenza Escort, i giudici: Berlusconi "protagonista di cene (poco) eleganti"

BARI. Le indagini sulle escort portate tra il 2008 e il 2009 da Gianpaolo Tarantini nelle residenze di Silvio Berlusconi hanno tratteggiato "le abitudini di vita e i riprensibili costumi extraistituzionali" dell'allora premier. Berlusconi era il "protagonista delle 'cene (poco) eleganti' durante le quali "beneficiava della costante, imprescindibile presenza di avvenenti, provocanti, disinvolte, spregiudicate, disinibite e soprattutto giovanissime donne" che volevano dare "una svolta alle loro (talvolta, a dir poco modeste) vite".

Sono contenute in 667 pagine le motivazioni della sentenza del Tribunale di Bari al processo Escort sul reclutamento delle prostitute. I giudici hanno disposto l'invio degli atti al pm affinché valuti il reato di intralcio alla giustizia per Berlusconi. Il Cav - secondo la sentenza - prima che Ioana Visan, tra le protagoniste delle "cene poco eleganti", testimoniasse al processo, fece consegnare alla donna la somma di 10mila euro per "condizionare indebitamente la testimone per compromettere la genuinità del suo narrato" ai giudici.

Visan, infatti, negò in aula di essersi prostituita con Berlusconi. Il processo si è concluso il 13 novembre 2015. I giudici, per il reclutamento delle prostitute, hanno condannato a 7 anni e 10 mesi Gianpaolo Tarantini; ad un anno e 4 mesi Sabina Began, 'l'ape regina' dei party berlusconiani; a 3 anni e 6 mesi Massimiliano Verdoscia e a 2 anni e 6 mesi il pr milanese Peter Faraone, entrambi amici di 'Gianpi'.

Sono stati invece assolti da tutte le accuse Francesca Lana, Letizia Filippi e Claudio Tarantini, fratello di Gianpaolo. Per sei testimoni è stato disposto l'invio degli atti al pm per falsa testimonianza. Secondo i giudici della seconda sezione penale (presidente Luigi Forleo), le ragazze che partecipavano alle cene erano "animate dalla speranza di guadagnare le attenzioni di Berlusconi e di essere 'elette' per trascorrere la notte in sua compagnia, consentendo a soddisfarne anche le più perverse pulsioni erotiche addirittura attraverso la consumazione di rapporti saffici".

Organizzatore della serate era Gianpaolo Tarantini, che portando 26 donne ed escort nelle case di Silvio Berlusconi voleva far leva sulle "debolezze sessuali" dell'ex Cav per "allietarne le serate ed appagarne la libidine quando e come (Berlusconi, ndr) desiderasse". Tarantini - secondo i giudici - usò le "ragazze" come "trampolino di lancio" per il suo "ambizioso progetto di ascesa sociale ed economica" per diventare prima parlamentare europeo e per fare poi affari con la Protezione civile e Finmeccanica, sfruttando il "supporto determinante di Silvio Berlusconi".

Non riuscì a fare nulla di tutto questo nonostante la benevolenza del Cav, che lo mise in contatto con l'allora capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e con i vertici dell'epoca di Finmeccanica.

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