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Eros Ramazzotti, in un libro 30 anni di musica - Foto

ROMA. I dischi, i tour mondiali, i premi accumulati, le collaborazioni prestigiose con artisti italiani e stranieri: 30 anni di carriera che hanno consacrato Eros Ramazzotti come l'artista italiano forse più conosciuto al mondo e che ora è lo stesso cantante a raccontare in Grazie di cuore, la prima autobiografia ufficiale che esce oggi per Rizzoli.

«È un po' una crono storia del passato. Che è passato, perchè sono 30 anni - ha spiegato Eros, che quest'anno spegne le 53 candeline, in un video sul suo profilo Facebook -. E adesso mi dico: una volta avevo tutta la mia vita davanti, adesso ne ho molta alle spalle. È un libro che sfogliandolo ti fa ritornare un po' al passato, che non è solo il mio, ma anche quello di tante altre persone».

L'artista da quasi mille concerti e 65 milioni di dischi venduti ha fatto un tuffo nelle origini, partendo da quella periferia romana degradata che «non aveva molto da offrire a giovani come me» e da quei primi anni Ottanta in cui ventenne si affacciava al mondo della musica. Di canzone in canzone, di concerto in concerto (dalla prima esibizione alla Festa dell'Unità vicino casa a Roma ai grandi spazi in Europa, in America, in Australia), dalle vittorie al Festival di Sanremo ai premi internazionali.

Dividendo il microfono con artisti come Patsy Kensit, Tina Turner, Joe Cocker, Andrea Bocelli, Cher, Anastacia, Laura Pausini. «Nella mia carriera ci sono stati quattro periodi importanti - racconta nel libro Eros -: il primo è quello che va dagli esordi al 1995, poi ci sono quelli che coprono gli anni dal 1995 al 2001 e dal 2001 al 2012. Ora sto vivendo il mio quarto periodo, quello dove comincio ad assestarmi e il mio futuro si profila più tranquillo».

Poche, pochissime le concessioni alla vita privata: l'importanza del padre nella sua carriera, il primo a credere in lui, il ricordo della madre, rigorosa ma dolce, e i tre figli (Aurora, avuta da Michelle Hunziker, Raffaella Maria e Gabrio Tullio nati dall'unione con Marica Pellegrini) che hanno ispirato alcune delle sue canzoni.

«A me parlare non è mai piaciuto molto, mi sono sempre visto come quello che scrive le canzoni e sale sul palco per cantarle - scrive Ramazzotti -. Oggi non è più così, non mi dispiace farmi intervistare, ma preferisco affrontare argomenti che riguardino la mia carriera e il mio lavoro invece che la mia vita privata che, la maggior parte delle volte, sembra interessare più della mia musica. Se proprio devo dire qualcosa, qualcosa che abbia a che fare con il mio vissuto e la mia interiorità, lo faccio con le canzoni».

Tante le foto e i pensieri dei colleghi (da Laura Pausini a Gianni Morandi, passando per Biagio Antonacci e Jovanotti) ad accompagnare il racconto di tre decenni di attività, con un filo conduttore a fare da ponte negli anni: i grandi spettacoli live.

«Una volta i tour si facevano per vendere i dischi, adesso i dischi non si vendono più come prima, ma io non ho mai smesso di investire nei miei spettacoli, che possono competere senza problemi con le grandi produzioni internazionali».

A guardarsi indietro, Eros riesce anche a spiegarsi il perchè del suo successo: «Sono stati l'umiltà e il lavoro duro che mi hanno permesso di costruire una carriera solida».

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