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I mestieri di un tempo diventano social: su Instagram la sfida fotografica

PALERMO. «Chi lavora con le sue mani e con la sua testa» è un artigiano. E se ci mette anche il cuore, diventa un artista.

Non serve altro che parafrasare San Francesco d’Assisi per capire sin da subito chi sono i protagonisti di queste due pagine, di alcune delle 179 foto pubblicate oggi e che i lettori del Giornale di Sicilia iscritti ad Instagram hanno postato sul social network partecipando, di fatto, al secondo #Gdscontest: la sfida fotografica «a tema» lanciata nelle scorse settimane dalla redazione di via Lincoln (@giornaledisicilia) in collaborazione con la community Instagramers Palermo (@igerspalermo) e questa volta pensata per raccontare la #Palermoartigiana, appunto. Volti concentrati, mani che valgono più dell’oro, attrezzi di lavoro, schiene ricurve e piccoli laboratori alcuni del centro storico altri, addirittura, in casa delle vecchie e nuove guardie dell’artigianato: grandi e giovani manovali dell’arte alle prese con tecniche antiche applicate a mestieri che lo sono ancora di più. O, al contrario, che vengono sfruttate per rilanciare la tradizione e farne un asso nella manica vincente oggi e, soprattutto, domani.

«Il suo laboratorio è piccolo proprio come le miniature che realizza, ma il valore della sua arte non ha misura», esordisce Massimiliano Fiumefreddo, su Instagram come @maxfiumefreddo, raccontando dell’artigiano Alfio Ferlito, protagonista della sua foto.

«Il suo piccolo negozio-studiolo, in via Bara all’Olivella, si chiama appunto Miniature: mi hanno colpito le riproduzioni in piccolo di salotti di casa, librerie, soldatini e oggetti di battaglie storiche, armadi vintage», aggiunge il quarantenne che nella vita amministra un centro odontoiatrico.

E le miniature sono protagoniste di un altro scatto, quello di Michela Costa (@michelacosta_ew): questa volta, però, si chiamano «Cittacotte» perché riproducono in scala monumenti e angoli di Palermo.

«Mi sono imbattuta per caso nell’architetto-artigiano Vincenzo Vizzari che da 25 anni ormai, in via Vittorio Emanuele, fa della sua passione il lavoro della vita - racconta la fotografa per professione -. Si tratta di pezzi unici che non colora mai. Il #Gdscontest è un’iniziativa ottima, permette di avvicinare la carta stampata ad un pubblico più giovane ma, in questo caso, anche di dare risalto agli artigiani che, di fatto, sono più conosciuti dai turisti che da noi cittadini», conclude. Non solo vecchie guardie, però. Silvio Gatto, che sul social è noto come @silvioabstract, ad esempio, ha deciso di raccontare due realtà diverse: da un lato, «Edizioni Precarie», un progetto «nato dall’idea dell’architetto Carmela Dacchille e che ha portato alla progettazione delle Carte alimentari da lettera che ricordano gli incarti utilizzati da pescivendoli e venditori di carne», spiega; e dall’altro, la storia di Alessio Colli, un artigiano del cuoio per passione con una storia degna di nota: «Palermitano trapiantato in Germania per fare il manager - racconta @silvioabstract -, decide quest’anno di prendere un anno sabbatico e di dedicarsi alla sua passione: il cuoio; e di farlo nella sua città». E le foto pubblicate con gli hashtag #palermoartigiana, #gdscontest e #igerspalermo conducono da una passione all’altra: nella foto di @instapollo11, all’anagrafe Salvo Gravano, ad esempio, il protagonista si chiama Andrea Vajuso ed è un sarto di terza generazione che collezione mandolini. «Sono stato con lui per un intero pomeriggio ed ho voluto fotografarlo. Dismesso lo strumento del suo essere artigiano, l’ago - scrive nella didascalia della suo scatto -, comincia a suonare per la gioia di chi si ferma ad ascoltare. Arte e artigianato - aggiunge - si fondono ancora una volta».

La #palermoartigiana, però, è molto altro ancora. È il vetro lavorato da un maestro di quest’arte che, nel periodo di Natale, allestisce il suo chiosco in via Principe di Belmonte e che ha catturato l’attenzione di Francesco Zappalà (@franzidea); ma anche la meccanica di un orologio nella mani di chi li aggiusta ogni giorno e che è diventato protagonista della fotografia di Antonino Cazzetta (@antoninocazzetta); o, ancora, il mastro ferraio immortalato da Alessandro Romano (alias @particolaritudine) mentre dà forma ad uno shaker da barman. 1. Nella foto di @maxfiumefreddo, l’artigiano Alfio Ferlito nel suo laboratorio di Via Bara all’Olivella 2. Le «cittacotte» di Vincenzo Vizzari che ha il laboratorio in via Vittorio Emanuele (@michelacosta) 3.

Il particolare di un carretto siciliano esposto nel Museo Pitrè e fotografato da @gshark80 4. Un mastro vetraio ritratto da @franzidea5. @antoninocazzetta ha immortalato un orologiaio all’opera l’occhio di instagram la città e i suoi mestieri di Paola Pizzo il secondo #gdscontest punta l’«obiettivo» sugli artigiani vecchi e nuovi, tra storia, innovazione e tradizione questa iniziativa e agli articoli di approfondimento - dichiara Tony Siino, local manager di Instagramers Palermo insieme ad Alessandra Rossi - abbiamo appreso dell’esistenza di una Palermo in cui è rifiorito un handmade raffinato e ingegnoso.

Gli Instagramers sono stati pazienti nello scovarli e nel documentarlo». E a supportare l’iniziativa, questa volta, anche Visit Palermo, che ha organizzato una passeggiata a tema, proprio per accompagnare turisti e curiosi alla scoperta di queste realtà.

Dulcis in fundo di #palermoartigiana sono gli oggetti simbolo di questa terra e chi li realizza. Il carretto, su tutti. «Nei miei scatti cerco di mostrare la bellezza della nostra città risaltando gli elementi che la rendono unica», spiega Giovanni Surdi, paleontologo trentaseienne su Instagram come @gshark80, parlando della foto scattata ad unparticolare «di un carretto siciliano custodito nel museo Pitrè - dice -. Perché noi siamo anche questo, i colori caldi e allegri di quest’opera di puro artigianato». Lo stesso oggetto scelto da Chiara Lo Galbo per dare forma ad un originale porta bottiglie che ha catturato l’attenzione d @filolipo:

«La sua - sottolinea l’Instagramer Filippo Li Pomi - è una passione tramandata di generazione in generazione». Come per ognuno degli artigiani che vivono e rendono viva questa città, del resto.

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