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Renzi apre la campagna per il Sud: il Cipe sblocca 3 miliardi e mezzo per cultura, ricerca e turismo

ROMA. Matteo Renzi prova a riaprire il delicatissimo "dossier Mezzogiorno" cercando di infondere ottimismo e scuotere le classi dirigenti locali e i cittadini da un decennale torpore rassegnato. E' tutta mirata a questo obiettivo la frenetica visita del premier tra Calabria e Sicilia, scandita da continui richiami alla legalità e assicurazioni che il Governo ora intende affrontare concretamente il ritardo del meridione d'Italia, certificato dallo stesso Renzi.

E per questo che sia lui che il ministro Maria Elena Boschi (anch'essa nel Mezzogiorno, a Benevento) hanno a più riprese parlato dei soldi che il Cipe - convocato non a caso nel bel mezzo della festa dei lavoratori - oggi sbloccherà: circa tre miliardi e mezzo per cultura, ricerca e turismo.

Buona parte dei quali andranno al Sud per cercare di avviare quel turismo culturale che il Governo considera volano fondamentale per una ripartenza veloce. Il programma del premier - pur definito dalle opposizioni uno spot elettorale - è stato studiato con cura, alternando tappe culturali con visite a opere infrastrutturali.

Proprio di queste Renzi ha parlato sottolineando quanto le infrastrutture siano vitali per permettere lo sviluppo del turismo. Quindi il completamento della Salerno-Reggio Calabria, i lavori della statale 106 e la riapertura di una corsia del viadotto Palermo Catania. Banda larga per le zone più depresse e poi, solo dopo, si potrà affrontare il tema del ponte sullo stretto per permettere l'alta velocità.

Il premier non esclude nulla ma chiede legalità e coraggio: "I problemi vanno risolti, ma ci vuole la grinta, il coraggio e la determinazione di un'Italia che dice sì e non solo ma, boh, però". Ecco perchè Renzi insiste sulla necessità di un vero e proprio Patto per il sud che unisca Governo, enti locali e cittadini: "Questo patto rappresenta un cambio di metodo. Che il mezzogiorno d'Italia riparta, prima che giusto, è utile. Abbiamo un pezzo d'Italia che viaggia più veloce della Germania. Contemporaneamente c'è un pezzo d'Italia pieno di intelligenze e di ricchezze che non viene valorizzato. Questo elemento - ha spiegato in una delle sue tappe tra Reggio Calabria, Catania e Palermo - va affrontato dal punto di vista dell'utilità per il Paese. Per passare dalla chiacchiere ai fatti c'è bisogno di classe dirigente che anziché parlare nei convegni si assuma la responsabilità di controllarsi gli uni gli altri. Il sindaco controlla il premier, il premier controlla il sindaco e i cittadini controllano entrambi".

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