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Renzi: opere pubbliche, fondi alla Sicilia
ma adesso cambi il modo di spenderli

In occasione della visita in Sicilia di oggi, abbiamo inviato dieci domande al presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Ecco le sue risposte.

Presidente, arriva in Sicilia per firmare nuovi patti in materia di opere pubbliche. Tuttavia di questo genere di patti è ricca la storia dei rapporti fra Roma e il Mezzogiorno. Perché la gente del Sud dovrebbe credere a quelli di oggi più che a quelli di ieri?

«Intanto perché, a differenza di altre esperienze del passato, gli italiani hanno imparato a fidarsi del nostro governo per il quale alle parole, agli impegni presi, seguono i fatti. È stato così sugli 80 euro, sulla riforma costituzionale, sulla legge elettorale, sul Jobs Act, su tanti provvedimenti che ci dicevano non avremmo mai portato a casa, e invece sono diventati leggi, cose concrete di vita quotidiana. E sul lavoro, ad esempio i risultati iniziano ad arrivare – anche se non ci accontentiamo – ce lo dicono gli ultimi dati Istat: disoccupazione ai minimi da quattro anni, + 90mila occupati nel mese di marzo e + 263mila su base annua, disoccupazione giovanile ancora giù. I patti per il Sud che stiamo firmando settimana dopo settimana non sono libri dei sogni, o cambiali aperte. Sono fondi e investimenti su cui le regioni e le città possono contare. Soldi che andranno su singole opere che, quindi, sono sottoposte al vaglio e alla verifica non solo delle amministrazioni, ma di tutti i cittadini, con cronoprogrammi chiari, trasparenti, verificabili».

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