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Renzi, patti a Palermo e Catania, 12 miliardi per la Sicilia. Riapre il viadotto Himera

PALERMO.  Prima il patto con Enzo Bianco a Catania, poi la riapertura di una carreggiata del viadotto Himera. Il premier Matteo Renzi ha chiuso il tour in Sicilia nel deposito dei tram a Palermo. Ad accoglierlo il governatore Rosario Crocetta, il presidente dell'Assemblea Giovanni Ardizzone e il sindaco Leoluca Orlando.

Renzi ha raggiunto a fatica il palchetto, accolto con entusiasmo dalla folla presente. Il premier ha annunciato che la "prossima settimana firmeremo il 'patto per la Sicilia'". Vale circa 12 miliardi, 2,5 mld nel biennio 2016-17.

Con Renzi c'erano anche il ministro per i Beni culturali Dario Franceschini e i sottosegretari Davide Faraone e Simona Vicari.

"Viviamo condizioni di crisi di sistema, nonostante abbiamo messo apposto il bilancio. Il tram è il più grosso investimento di questo patto. Meritorio l'intervento di Renzi a Palermo dopo tanto tempo in cui il mezzogiorno è stato dimenticato", ha detto il sindaco Orlando.

Il premier Matteo Renzi, prima di recarsi all'ex deposito dei tram, si è fermato in via Li Muli per rendere omaggio a Pio La Torre, ucciso il 30 aprile del 1982 proprio in questa via del capoluogo siciliano. Renzi - si vede in un'immagine pubblicata su Twitter dal suo portavoce - ha deposto un fiore ai piedi della lapide commemorativa di La Torre e di Rosario Di Salvo, collaboratore del segretario regionale del Pci, rimasto ucciso anche lui nell'agguato.

"Assieme al mio partito oggi ho portato un fiore nel luogo in cui Pio La Torre è stato ucciso - ha detto lui stesso all'inizio del suo discorso -. E' un modo per dire a nome di tutti che la lotta contro criminalità, mafia e tutte le forme di illegalità è una priorità che deve unire tutti gli italiani. Nel ricordo dei martiri c'è un seme, i loro sogni camminano sulle nostre gambe".

Sulla mobilità a Palermo ha detto: "Dove si fanno le tramvie è sempre un successo. Consente di liberare traffico e di avere un sistema di mobilità all'altezza del nostro tempo.  Le risorse ci sono".

E poi lo sviluppo delle regioni meridionali. "Costi quel che costi, da qui ai prossimi due anni faremo ripartire il Mezzogiorno - ha aggiunto -. Prima che giusto penso sia utile per l'Italia che il Mezzogiorno riparta".

Sul lavoro: "Dicono che sono pochi centinaia di migliaia di posti creati grazie al jobs act? Anch'io voglio di più, ma non sono numeri o codici fiscali, sono persone. Lunedì riapre Termini Imerese con 20 ingegneri. Sono stato il primo premier ad andare a Termini Imerese alla vigilia di ferragosto in un giorno di caldo pazzesco: sembrava impossibile riaprirla e invece da qui alla fine dell'anno entreranno in fabbrica 250 operai". E ha aggiunto: "Se l' Italia si mette in moto - ha detto - è perchè Palermo e la Sicilia fanno la loro parte. Le nostre energie le mettiamo a disposizione di chi vuole ripartire, il futuro appartiene a chi ci crede".

Sull'immigrazione: "Siamo fieri di voi siciliani che avete cuore e generosità con i migranti".

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