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Rio 2016, la Pellegrini è portabandiera: "Si realizza un sogno"

ROMA. Una decisione «a furor di popolo» per dirla con le parole di Giovanni Malagò.

Mancava solo l'annuncio ufficiale e dal palazzo del Coni è arrivato puntuale, senza sorprese: l'Italia olimpica a Rio il prossimo 5 agosto, nella cerimonia inaugurale dei Giochi, sfilerà dietro a Federica Pellegrini. Sarà la regina del nuoto la portabandiera azzurra, che come aveva sempre detto adesso corona un sogno «e anni di carriera».

Dopo Valentina Vezzali a Londra 2012, ancora una donna a portare il tricolore olimpico, e per lei salta anche una consuetudine che si ripropone ogni quattro anni: «Per la prima volta abbiamo interrotto l'alternanza uomo-donna», tiene a specificare Malagò. La quinta donna portabandiera nelle olimpiadi estive, un record mondiale che solo gli Usa potrebbero eguagliare:

«È il coronamento di anni e anni di carriera fatti di grandi sconfitte e grandissime vittorie, momenti dove mi sono persa e momenti dove mi sono ritrovata o altri... dove ho perso qualcuno di importante!», la prima reazione 'social' della campionessa. Sottolineando come «nonostante tutto, ogni volta che vado a letto la sera mi dico che ne è valsa la pena perchè ho saputo combattere sempre, senza mai mollare, pronta per ricominciare tutto la mattina successiva!».

Una scelta «saggia» e presa «a furor di popolo», specifica Malagò, al quale Federica ha dedicato questo riconoscimento («è stato l'unico che ha sempre creduto in me») oltre al suo mentore, Alberto Castagnetti, il tecnico scomparso nel 2009: «Sarebbe stato orgoglioso di me, forse neanche lui immaginava che sarei potuta arrivare così in alto». Una scelta che appaga proprio tutti, anche il rivale di Malagò, il presidente della Fin, Paolo Barelli, che tiene a precisare: «Su questo andiamo d'accordo...». Undici volte primatista mondiale, due medaglie olimpiche e anche una buona dose di autocritica: «Ho avuto alti e bassi nella mia carriera», dice destando l'ironia di Malagò:

«Spiegami quali sono stati i bassi...».

Patriottismo e tenacia, due elementi fondamentali nella sua carriera: «A Rio voglio portare la voglia di combattere - scandisce Federica a gran voce -, spero che gli italiani, guardandoci da casa, si sentano più italiani a prescindere dai risultati, questo significherebbe che lo sport ha davvero vinto». Poi la parola fine sul presunto rifiuto nel 2012: «Quella polemica mi fece molto male, perchè mi sono sempre ritenuta molto patriottica e per me era una cosa logica in quanto avevo la gara dei 400 il giorno dopo. Quest'anno non faccio più i 400, avrò la staffetta che è meno dispendiosa e sicuramente avrò più tempo per recuperare». Ancora Londra 2012, quella che Pellegrini definisce come «la più grande delusione della mia carriera, perchè non mi sono sentita pronta a competere con le altre».

Ma il vento è tornato in poppa: «Non prometto mai niente: solo sacrificio. Ma sono più serena», ripete.

Rimandando ogni decisione sul suo futuro a dopo Rio:

«Se dovessi continuare sarebbe fino a Tokyo 2020, altrimenti mi ritiro subito. Andare solo al mondiale (Budapest 2017, ndr) non avrebbe senso». Prossimo appuntamento, il 22 giugno al Quirinale, quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, consegnerà a lei e a Martina Caironi i tricolori in vista delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi.

Poi la testa volerà a Rio e a quel 5 agosto che quest'anno per Federica sarà una doppia festa, la passerella al Maracanà e il suo 28esimo compleanno:

«Sarà il più bello che abbia mai festeggiato». Tutti invitati.

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