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Carceri, al via le visite "a sorpresa" anche ai 41bis

ROMA. Potere di accesso e visita 'a sorpresa', senza autorizzazione e senza preavviso nelle carceri e nei luoghi in cui sono ristrette persone private della libertà personale, comprese le sezioni in cui sono detenuti soggetti in regime di 41bis. Potere di colloquio riservato con qualunque persona privata della libertà personale, anche in questo caso senza autorizzazione, preavviso e testimoni, anche nei confronti di 41 bis. Facoltà di fare proposte e osservazioni in relazione alla legislazione in vigore. Dovere di indipendenza e autonomia. Dovere di riservatezza e non comunicazione, se non agli organi istituzionali. E' il profilo del nuovo Garante nazionale dei diritti dei detenuti, presieduto da Mauro Palma a cui si affiancano altre due membri del collegio: Emilia Rossi e Daniela de Robert.

Le nomine, proposte dal ministro della Giustizia, vagliate dalle commissione Giustizia di Camera e Senato, e designate dal Presidente della Repubblica, sono state completate il 3 marzo scorso. La struttura - che oggi si è presentata e ha illustrato la propria attività - ha appena iniziato a lavorare, ma in poche settimane ha ricevuto una cinquantina di segnalazioni e ha visitato diverse carceri, tra cui Padova, Venezia, Reggio Calabria, Catanzaro e anche Oristano, ma solo per quel che riguarda la sezione di alta sicurezza.

Le segnalazioni di diritti violati da parte dei detenuti saranno una parte dell'attività del Garante, su cui però continueranno a lavorare anche i garanti regionali: l'ufficio coordinato da Palma esaminerà la corrispondenza, risponderà, ma soprattutto ne terrà conto per intervenire non su singoli casi, ma piuttosto su problematiche generali che emergano. Tra i primi filoni di attività ci saranno, ad esempio, "il trattamento dei soggetti in alta sicurezza, con particolare riferimento ai trasferimenti, che spesso interrompono un iter di recupero in atto", ha spiegato Palma; e poi la sanità, in particolare gli aspetti della malattia mentale. I risultati saranno anche di supporto all'attività dei magistrati di sorveglianza - hanno spiegato Rossi e de Robert - che spesso per necessità sono più concentrati sull'applicazione delle misure, comprese quelle alternative al carcere, che sulle verifiche legate alle condizioni di vita detentiva.

Il collegio del Garante resta in carica 5 anni e non è rinnovabile. I componenti non possono ricoprire ruoli politici in contemporanea, né far parte della pubblica amministrazione.
Ogni anno l'attività svolta sarà oggetto di una relazione al Parlamento. Attualmente lo staff operativo è composto da 9 persone, tutte provenienti dai ranghi della p.a., che quindi, essendo già stipendiate, non gravano sul bilancio; l'intenzione è di aumentare via via le unità fino ad arrivare a una trentina di persone. Il budget è di 200 mila di euro stanziati con la legge di Stabilità e copre i costi per le remunerazioni dei tre componenti il collegio e per l'attività di visite e ispezioni: non è una cifra altissima, ma "un punto di partenza", fanno notare i tre membri. La struttura entrerà a regime con l'autunno.

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