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Più "capi" che dipendenti: scure su 800 partecipate

ROMA. Più amministratori che lavoratori, una piramide rovesciata che nelle partecipate pubbliche, dati ufficiali, non è solo immaginaria ma reale, almeno fino a quando non entrerà in vigore la forbice prevista dal decreto Madia, con, si legge nel Def, il conseguente "radicale sfoltimento delle aziende" non conformi. Per esempio non sono più ammesse le aziende con un numero dipendenti inferiore a quello dei consiglieri di amministrazione, "situazione che interessa tra le 500 e le 800 società".

"Le partecipazioni detenute dalle amministrazioni pubbliche sono oltre 40.000" distribuite in "8.300 società o enti partecipati. Quasi il 60% degli organismi partecipati è rappresentato da società di capitali (circa 1.900 Spa e 2.700 Srl)". Sono questi gli ultimi numeri aggiornati sul settore, di cui dà conto il Documento di economia e finanza, "sulla base delle rilevazioni del Mef".

Un capitolo del Def è infatti dedicato al tema anche alla luce del decreto Madia, che rivede tutte le regole. In particolare il provvedimento, attuativo della riforma della P.A, stabilisce che le partecipazioni possono avere solo forma di spa o srl. Tutto ciò che è organizzato diversamente, come i consorzi, dovrà essere adeguarsi o, semplicemente, uscirà dallo spettro della pubblica amministrazione, attraverso cessione, liquidazione o altri meccanismi di 'smaltimento'.

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