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Disastro ambientale in Messico, in aumento i delfini morti

ROMA. Il numero elevato di neonati di delfino spiaggiati ritrovati nel Golfo del Messico dal 2010 al 2013 è stato causato probabilmente da malattie croniche nelle madri, intossicate dal petrolio fuoriuscito nel disastro della piattaforma Deepwater Horizon nel 2010.

Lo afferma uno studio statunitense dell'Università dell'Illinois, della National Marine Mammal Foundation e della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), pubblicato sulla rivista "Diseases of Aquatic Organisms".

"Le nostre nuove scoperte - ha detto in un comunicato la veterinaria del Noaa Teri Rowles, una delle autrici della ricerca - rafforzano l'evidenza crescente, sulla base anche di altri studi, che l'esposizione a composti petroliferi seguita al disastro della Deepwater Horizon abbia gravemente danneggiato la salute riproduttiva dei delfini che vivono nella zona del Golfo del Messico colpita dalla perdita".

"In contrasto con le popolazioni di controllo - ha spiegato la veterinaria dell'Università dell'Illinois Kathleen Colegrove - abbiamo riscontrato che i delfini del Golfo del Messico erano particolarmente sensibili agli aborti al termine della gravidanza, a segni di sofferenza fetale e allo sviluppo di infezioni dell'utero, compresa la brucellosi".

Nel 2010 dalla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon, è fuoriuscito una massiccia quantità di petrolio nelle acque del Golfo del Messico in seguito a un incidente riguardante il Pozzo Macondo che si trova a oltre 1.500 metri di profondità.

Iniziato il 20 aprile di quell'anno, lo sversamento è durato ben 106 giorni.

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