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"E' utile e fa bene": ora la scienza promuove la solitudine

ROMA. Soli è bello anzi... meglio. La scienza oggi scende in campo e dimostra quanto bene possa fare la solitudine.

Soli con noi stessi, senza mail, WhatsApp, chiamate o connessioni Internet.

Un'analisi pubblicata su Quartz sostiene quanto sia utile ritagliarsi degli spazi in cui stare da soli, che non per forza significa essere asociali. Spazi che non sono sinonimo di noia ma che anzi aiutano a fare mente locale su tutte le informazioni ricevute, trovando soluzioni ai problemi anche in modo creativo.

La solitudine si identifica spesso con uno stato di isolamento sociale, che può avere effetti negativi non solo sulla psiche ma anche sulla salute. Gli ultimi studi invece promuovono la solitudine intesa però come star bene da soli in alcuni momenti della giornata - o in certi periodi della vita - per tornare ad essere più produttivi e creativi.

Secondo lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi, oggi gli adolescenti hanno paura a rimanere da soli, subendo però un deficit a livello creativo. Per stare bene da soli, dunque, bisognerebbe provare a trascorrere del tempo in spazi rurali. Tuttavia, dal 2007 alcune aziende hanno introdotto - durante le ore di lavoro - il cosiddetto "tempo per pensare" durante il quale i dipendenti staccano da mail e cellulari per dedicarsi a se stessi, o a qualche chiacchiera con i colleghi.

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