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Il sogno di Hayman: a 38 anni vince la Parigi-Roubaix

ROMA. Prendersi la Roubaix a dieci giorni dal 38/o compleanno, dopo una carriera di tanta fatica e rari onori, mai citato in alcuna vigilia come possibile vincitore. L'australiano Mathew Hayman, della Orica-GreenEdge, non poteva certo immaginare una domenica così e tantomeno di renderla altrettanto indimenticabile, ma tra lacrime di amarezza, a Tom Boonen. Il belga si è visto battuto per mezza bici sul traguardo quando credeva di poter mettere la firma sulla sua quinta Roubaix, diventando un monumento del ciclismo.

Destini incrociati in una gara che, dopo 114 edizioni, regala ancora momenti unici e cancella ogni certezza, come la pronosticata sfida per la vittoria tra Peter Sagan e Fabian Cancellara. Lo slovacco dopo le vittorie al Fiandre e nella Gand-Wevelgem ha chiuso undicesimo ma a due minuti di distacco dal vincitore e lo svizzero, tradito dal pavè all'ultima partecipazione, ne ha presi sette.

Dal fango, dalla polvere e dalle pietre è così emerso Hayman, abile a fiutare sempre le mosse giuste, protagonista della principale azione di giornata, quando una quindicina di corridori - tra i quali l'italiano Puccio, poi caduto ed escluso da ogni possibile chance - ha cercato l'avventura prendendo fino a oltre tre minuti sul gruppo con Sagan e Cancellara. L'azione ha man mano perso mordente, sfilacciata dal susseguirsi dei tratti in pavè e a 60 km dall'arrivo si sono fatti sotto alcuni inseguitori tra cui Boonen, Tony Martin, Edvald Boasson Hagen, Ian Stannard, Sep Vanmarcke.

Hayman ha tenuto sollevate le antenne, pronto a rispondere a tutti i tentativi di allungo e abile a inserirsi in quello decisivo, lanciato ad una ventina di chilometri dal traguardo da Boonen e Vanmarcke. Nelle ultime battute è stati un susseguirsi di affondi mai andati a buon fine tra i due belgi, Boasson Hagen, Stannard e Hayman, rimasti soli a giocarsi la vittoria all'ingresso del velodromo.

Con una pedalata disperata ma ancora netta dopo 258 km di corsa, l'australiano ha avuto la forza e la lucidità di battere in volata gente ben più abituata alle vittoria, tenendosi dietro nell'ordine Boonen, Stannard, Vanmarcke e, più staccato, Boasson Hagen. Hayman è diventato così il secondo australiano a finire nell'albo d'oro della Roubaix dopo Stuart ÒGrady nel 2007. Tra dieci giorni potrà festeggiare il 38/o compleanno e la seconda vittoria in carriera, dopo la Parigi-Bourges nel 2011. «A pensare che cinque settimane fa mi sono rotto un braccio e ho ripreso la bici solo da una settimana non posso credere a quanto è successo - ha detto al traguardo Hayman -. La Roubaix è la mia corsa preferita in assoluto (ne ha fatte 15, ndr.), l'ho sempre sognata. Quest'anno non avevo nemmeno il coraggio di sognare e invece...».

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