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Letta: "Pd rischia una crisi insanabile. Un leader non caccia"

ROMA. «Il rischio di una crisi insanabile dovrebbe portare tutti a essere più responsabili, a partire da chi ha l'onore della guida e che ha dunque una responsabilità in più». Lo dice l'ex presidente del Consiglio Enrico Letta, in un'intervista al Corriere della Sera, in riferimento alla «crisi di valori, di comportamenti e di prospettive» nel Pd.

«Mi aspetto che chi guida si assuma l'onere della inclusione e non l'onere del cacciare un pezzo di Pd», aggiunge.
Come voterà al referendum di ottobre? «Premesso che il mio governo impostò il lavoro per il superamento del bicameralismo, quando tutti i dati saranno chiari, dirò come la penso. Ma non mi sento di criticare Renzi per aver deciso di investire su questo tema. Lo stesso fece Berlusconi sul referendum del 2006, anche se poi lo perse», nota.

L'ex premier si sofferma sull'immigrazione e l'accordo con la Turchia, giudicandolo «un piccolo passo positivo, ma un disegno complessivo non c'è». Paragona questa crisi a quella dell'euro del 2008: «L'Europa ci ha messo quattro anni per costruire gli strumenti adatti per fronteggiarla, quattro anni in cui è successo un disastro». Ora, «i leader hanno perso tre anni in trenta vertici e la risposta è inadeguata».

Propone, in primo luogo, «una vera polizia di frontiera europea», «urge anche mettere fine a questa specie di turismo dei sistemi di accoglienza». «La leadership anche su questo tema se l'è presa la Merkel, quando invece tocca all'Italia indicare una soluzione europea», afferma. Vede il rischio di un «effetto collaterale»: per ora il Consiglio Ue si è limitato a mettere «il lucchetto alla rotta balcanica».

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