Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Hollande a Renzi: "In Libia bisogna agire. La minaccia Isis incombe"

In Libia bisogna «agire»: la minaccia dell'Isis incombe, come hanno dimostrato anche gli attacchi di ieri al confine con la Tunisia, e bisogna evitare il «caos che alimenta solo il terrorismo. Deve agire l'Europa, devono agire i nostri paesi»

VENEZIA. In Libia bisogna «agire»: la minaccia dell'Isis incombe, come hanno dimostrato anche gli attacchi di ieri al confine con la Tunisia, e bisogna evitare il «caos che alimenta solo il terrorismo. Deve agire l'Europa, devono agire i nostri paesi». Francois Hollande aspetta una domanda dei giornalisti, al termine della conferenza stampa con il premier Matteo Renzi per affrontare il dossier più spinoso.

Ma lascia capire, al di là delle parole, tutta l'urgenza e la determinazione nell'affrontare la questione e sottolinea che, forse, sulla Libia ci sono state «troppe aspettative e fatte poche pressioni». Perchè se la linea rossa, anche per Parigi, rimane quella della formazione di un governo di unità nazionale che possa chiedere sostegno alla comunità internazionale, quell'esecutivo rimane ancora una chimera (è di oggi l'ulteriore nulla di fatto al parlamento di Tobruk per il nuovo governo). Renzi lo ribadisce. È nell'interesse di tutti, ma ancor prima del «popolo libico» la formazione del governo.

Ma «i libici per primi devono sapere che il tempo a loro disposizione non è infinito». Il premier, nel giorno in cui il Nyt parla di piani del Pentagono per raid con target precisi in collaborazione con gli alleati europei, osserva: «Direi che più di scoop di giornali si parla di realtà. Non più tardi di 15 giorni fa c'è stato un intervento contro un gruppo di adepti di Daesh, vicini agli attentati del Bardo, di cui eravamo informati». Il premier parla di emergenza Libia ma anche di Tunisia, così come fa Hollande. Entrambi non nascondo quanto anche l'unico esperimento riuscito della primavera araba sia «esposto» e rappresenti un'altra «priorità» assoluta. Ma la parola intervento non viene mai pronunciata. E la prudenza domina anche nelle dichiarazioni. Hollande fa le condoglianze all'Italia per i due tecnici della Bonatti. E parla di «dramma» terrorismo, anche ricordando la strage di Parigi di novembre scorso che tiene banco in laguna.

Il 33esimo vertice Italia-Francia è stato dedicato a Valeria Solesin, la ricercatrice veneziana uccisa al Bataclan. Renzi e Hollande ne parlano a lungo, annunciano la creazione di borse di studio congiunte e incontrano i genitori della ragazza, che insieme a quelli del suo fidanzato (che non ha voluto lasciare Parigi) li hanno raggiunti a Palazzo dei Dogi. La Libia, l'Isis, il terrorismo - come era atteso - hanno monopolizzato l'attenzione. Ma l'incontro di oggi è stato ricco anche di dossier bilaterali. Con in cima all'agenda un protocollo, quello sulla Tav, che di fatto consente l'avvio dei lavori della Torino-Lione.

Hollande scherza con Renzi: dopo 20 anni ci siamo riusciti anche se non so se «io vedrò l'inaugurazione, ma tu Matteo sì, sei più giovane di me...». E qualche battuta scivola anche quando il premier parla del vertice di ieri notte sui migranti a Bruxelles: «Lungo, è stato lungo, un pò troppo lungo...», dice prima di passare alla risposta successiva. Quella che «ci aspettavamo, ci avevamo scommesso», dice ai giornalisti che gli chiedono un commento alla lettera Ue (arrivata a 5 paesi tra cui anche Francia e Italia) sugli «eccessivi squilibri».

«Consideriamo un valore lo stimolo costante a fare sempre meglio in termine di riduzione del debito» ma il «lavoro che abbiamo fatto è straordinario» e «sono finiti i tempi in cui l'Italia doveva fare i compiti». Anche se - aggiunge - «c'è ancora molto da fare, tante riforme da portare avanti con determinazione». Renzi torna quindi anche a rilanciare il concetto di «flessibilità», che non è il contrario delle «regole ma il contrario della chiusura tecnocratica». E trova l'amico Francois a fargli da sponda nel sostenere un strategia pro-crescita e lavoro a Bruxelles.

I due non si sottraggono neanche a chi chiede loro come vedrebbero le integrazioni tra aziende, a cominciare dai rumors rimbalzati in giornata di un possibile avvicinamento Orange-Telecom Italia. «L'Italia è lieta di accogliere tutti gli imprenditori che vogliono investire nel futuro del paese, così come siamo orgogliosi dei nostri che vanno all'estero. È finito il tempo degli amici degli amici, dei salotti buoni della finanza, si apre una pagina nuova, lasciamo che a parlare sia il mercato». «L'idea è avere campioni a livello europeo in particolari in settori del futuro come le rinnovabili, ma anche i settori navali, forse la difesa, e perchè no le Tlc», gli fa eco Hollande lasciando aperta la porta.

Caricamento commenti

Commenta la notizia