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Roma, primarie del Centrosinistra: Giacchetti-Morassut in pole

ROMA.  E' tutto pronto. Il centrosinistra apre domani i suoi gazebo a Roma per scegliere il candidato sindaco. Una domenica di primarie per incoronare l'aspirante inquilino del Campidoglio sostenuto dalla coalizione trainata dal Partito democratico. In gara sei sfidanti: Roberto Giachetti, Roberto Morassut e Stefano Pedica per il Pd, Domenico Rossi per Centro Democratico, Gianfranco Mascia Per i Verdi e Chiara Ferraro, una ragazza autistica. Dagli ex alleati di Sel piovono critiche: "Le vostre primarie sono pallose, noiose e inutili". Ma i vendoliani lanciano anche un appello per creare una "grande lista civica".

Domani nei 193 gazebo allestiti in tutta la città potranno votare, versando un contributo di 2 euro, i residenti nel Comune di Roma iscritti nelle liste elettorali. Anche i 16enni e gli immigrati ma solo se 'pre-registrati' per evitare così possibili irregolarità - alla fine si sono iscritti meno di un migliaio. I 'seggi' saranno aperti dalle 8 alle 22. Critica Sinistra Ecologia e Libertà, questa volta out dalla coalizione: "Sono un passo indietro" avverte il segretario romano di Sel Paolo Cento che rilancia l'appello per una grande lista civica, da Marino a Bray. I candidati? "Sono espressione di Matteo Renzi" chiosa Stefano Fassina, candidato sindaco di Sel-Si.

"Per criticare una cosa bisogna farla e farla meglio" replicano dal Pd. Intanto si è conclusa oggi la campagna elettorale dei sei candidati alle primarie. Una campagna durata circa un mese, all'insegna del fair play, con poche scintille e movimentata solo negli ultimi giorni perché scossa dall'esterno, da indiscrezioni che parlavano di un possibile appoggio di Ala e di Denis Verdini al 'renziano' Giachetti. Insomma per i commentatori più maliziosi è stata una corsa non effervescente. Oggi l'ultimo confronto in streaming su IlMessaggero.tv. "Il Comune deve essere come una casa trasparente" dice Mascia sempre in compagnia del suo fedele e inseparabile orsetto di peluche. "La nostra città deve essere autistic friendly" ribadisce invece il papà di Chiara Ferraro, mentre Domenico Rossi, candidato per Centro democratico, dopo "44 anni al servizio dello Stato" si dice pronto a servire ora la Capitale. "Vogliamo una Roma Capitale e non più chiamarla Mafia Capitale. Vogliamo il bene di Roma", assicura Pedica. La sfida primarie vede però in pole position i due 'Roberto'.

Da una parte Giachetti, ex capogabinetto di Francesco Rutelli la cui corsa è stata 'benedetta' da Matteo Renzi, dall'altra Morassut, ex assessore all'Urbanistica della giunta Veltroni. Tutti e due oggi hanno chiuso il loro tour d'ascolto in periferia. Da Corviale Giachetti parla di domani come di "una grande festa democratica". Morassut, invece, impegnato in un tour nel municipio delle Torri commenta: "Ho la speranza di una grande partecipazione. Ho la sensazione di una competizione molto aperta".

La paura più grande che si vive in queste ore in casa Pd è appunto il flop di partecipazione e il rischio che i romani, dopo lo tsunami Mafia Capitale e la fine dal notaio dell'amministrazione del sindaco-chirurgo Ignazio Marino, restino a casa, magari complice anche una giornata di pioggia. "Che vincano i migliori" è l'augurio inviato da Matteo Renzi nella e-news dei militanti del Pd. Parole arrivate anche al circolo dem di Donna Olimpia, storica sezione romana in rotta con il commissario Matteo Orfini, che è stata esclusa dai seggi e che domani si prepara ad offrire cappuccino e cornetto "contro la prepotenza". Ma a rendere più insidiosa la scalata al Campidoglio potrebbero essere gli outsider 'in casa': da Massimo Bray all'ex sindaco Ignazio Marino. Proprio quest'ultimo starebbe pensando al bis, come annunciato oggi da una sua stretta collaboratrice. La parola, intanto, domani va ai romani.

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