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Rapina Insigne e poi il ladro gli chiede: "Dedicami un gol"

L'attaccante del Napoli minacciato con una pistola, era con moglie e amici

NAPOLI. Prima la rapina, sotto la minaccia di una pistola, poi il malvivente-tifoso si allontana e chiede alla sua vittima di dedicargli un gol, nella prossima partita. Brutta avventura con finale a sorpresa per l'attaccante del Napoli Lorenzo Insigne, vittima di una aggressione sabato sera, poco prima di mezzanotte, mentre era in auto con la moglie e due amici in viale Gramsci, nella centralissima zona di Mergellina.

I rapinatori, due, entrambi con il volto coperto, si sono avvicinati a bordo di uno scooter alla Mercedes guidata da Insigne, approfittando della sosta a un semaforo rosso. Il passeggero del ciclomotore è sceso, ha aperto la portiera dal lato guida e ha spianato l'arma contro il calciatore e gli altri occupanti dell'auto. Si è fatto consegnare il Rolex che il giocatore portava al polso, due bracciali con pietre preziose indossati dalla moglie Jenny, il denaro contante in possesso della comitiva, 800 euro.

Valore complessivo del colpo, circa 30mila euro. Pochi istanti e il rapinatore, con il viso protetto da un casco, si è allontanato per risalire sullo scooter. Ma prima si è rivolto al giocatore: "La prossima partita, dedicami un gol". Insigne è tornato a casa comprensibilmente scosso, ma stamane ha regolarmente raggiunto i compagni a Castel Volturno per allenarsi alla vigilia del match contro la Fiorentina, mentre la moglie si recava dai carabinieri di Frattamaggiore per sporgere denuncia.

L'episodio ha richiamato alla mente la lunga serie di rapine ai danni dei giocatori di Napoli verificatasi anni fa: ne furono vittime tra gli altri Hamsik, Behrami e Cavani, ma anche alcune mogli e compagne di calciatori. La modella argentina Yanina Screpante, compagna di Lavezzi, dopo aver subito nel 2011 il furto del Rolex in via Petrarca pronunciò parole di fuoco ("Napoli città di m...") poi ritirate con scuse sui social. L'anno dopo toccò alla moglie di Cavani essere scippata.

Quello stesso anno la moglie di Hamsik, Martina, incinta all'ottavo mese, fu fermata da tre malviventi armati che le portarono via l'auto. Una serie di episodi - l'ultimo, prima dell'aggressione a Insigne, colpì il colombiano Zuniga nel 2014 - che fece ipotizzare l'esistenza di un disegno della criminalità locale per intimidire il Napoli, per 'punirlo' dei risultati non brillanti o per prendere di mira i giocatori che non partecipavano alle manifestazioni organizzate dagli ultrà.

Ipotesi, quest'ultima, messa a verbale da un pentito di camorra. Sulle rapine in serie indagò la Dda, chiudendo l'inchiesta con un nulla di fatto per l'assenza di qualsiasi riscontro: ma c'è da giurare che l'aggressione a Insigne, giunta proprio in una fase di appannamento del Napoli, rilancerà teorie e sospetti di allora.

De Magistris: fatto grave. "È un fatto grave che è capitato a Insigne come capita a tanti cittadini ogni giorno a Napoli come altrove". Cosi il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, commenta l'episodio. Il sindaco ha sottolineato che "non c'è un caso particolare. Simili episodi accadono a Napoli come a Milano, a Palermo come a Bologna a Roma come a Genova e altrove". Il sindaco ha tuttavia espresso il suo dispiacere per il "ripetersi di episodi criminosi in città contro cui c'è l'impegno delle forze ordine e della magistratura per prevenire e reprimere".

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