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Renzi: "Europa ferma, servono risposte coraggiose"

Il premier Matteo Renzi in visita in Argentina col premier Macri

BUENOS AIRES. L'Europa, a differenza degli Usa, ha sbagliato la sua politica economica. E mentre dall'altra parte dell'oceano torna la ripresa e l'occupazione, nel vecchio continente «la crescita si è fermata e la disoccupazione si è fatta sentire». Matteo Renzi, nel suo primo giorno di visita in Argentina, non toglie lo sguardo dalla situazione europea. E nel giorno in cui dalla Bce Mario Draghi torna a rimarcare la necessità di investimenti pubblici per la crescita, parla di una «austerity che ha messo a rischio il futuro dei giovani».

«Servono risposte coraggiose» e «abbiamo bisogno di poter essere padroni del nostro futuro senza imposizioni dall'esterno», dice il premier nella sua lectio magistralis all'Università di Buenos Aires. L'Europa «ha bisogno di scrollarsi di dosso la polvere del passato» e deve riprendere la sua strada degli ideali. Per la crescita ma anche sul fronte della crisi immigrazione, torna a ribadire il premier insistendo sulla linea italiana dell'accoglienza. Anche a costo di perdita del consenso e di qualche punto nei sondaggi, ribadisce.  Davanti ai tanti studenti che gremiscono la sala in una Buenos Aires afosa, il premier torna così a rivendicare la sua ricetta.

E, soprattutto, le sue riforme snocciolando numeri sulla ripresa degli investimenti esteri in Italia: «Sono cresciuti, passando da 12 miliardi del 2013 ai 72 miliardi dell'anno scorso. Segno - ricorda - della ritornata capacità di attrazione dei capitali oltrefrontiera da parte del paese. Noi ce la stiamo mettendo tutta...», ribadisce citando la riforma del lavoro, il jobs act, quelle istituzionali e del Senato. E rispondendo ad alcune domande attacca: «Se è stata fatta l'Europa non è per i numeri di Maastricht ma per avere un continente di pace innovazione e speranza. Negli ultimi mesi l'Europa è stata ferma, alcuni paesi hanno eretto muri ma i muri vanno abbattuti e non alzati altrimenti si perde lo spirito Ue».

«Negli ultimi mesi l'Italia ha intrapreso iniziative per una  Europa più innovativa: l'Europa ha bisogno dell'Italia come l'America Latina ha bisogno dell'Argentina« prosegue Renzi rivolto alla platea del paese che lo ospita. Ricordando che al G20 Italia e Argentina insieme hanno messo a punto alcune scelte strategiche che tengono in conto occupazione e crescita. Ma se non ripartono gli investimenti, se non ci liberiamo della burocrazia di cosa parliamo?», prosegue.  Renzi non dimentica anche il capitolo terrorismo, e tornando a rilanciare la necessità di combatterlo con la cultura, ripete il suo motto: «Per ogni euro in sicurezza, un euro in cultura».

In un passaggio il premier non dimentica anche il caso Regeni. Poche parole ma dirette: «È stato ucciso in circostanze ancora tutte da chiarire», scandisce mentre dalla platea scoppia un lungo applauso.  Renzi prima di lasciare l'ateneo risponde poi ad una domanda di politica interna. E ribadisce la sua idea: bisogna tornare alla regola dei due mandati alla premiership. «Una volta in Italia si cominciava a fare politica a 20 anni e si finiva a 80. Ora non deve essere più così: il modello deve essere quello americano e cioè «fai due mandati e poi si va a fare dell'altro». «Se vincerò nel 2018 farò un ultimo mandato e poi a 48 anni cambio vita», promette prima di lasciare l'Università per un passaggio all'Ambasciata italiana dove lo attende la comunità italiana e, poi, volare in elicottero a casa del presidente Mauricio Macri per una cena «informale» prima dell'incontro di domani alla Casa Rosada.

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