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Quanti vestiti "bocciati": i voti della stilista palermitana Daniela Cocco

PALERMO. La moda si abbatte spietata e cieca sulla raggiante ribalta sanremese e schiaccia, allarga, spegne alcune protagoniste. Ma ne esalta altre. Madalina Ghenea parte avvantaggiata da madre natura.

«È bella, ha un fisico perfetto, su di lei gli stilisti hanno fatto un ottimo lavoro», commenta la stilista palermitana, Daniela Cocco, esperta di alta moda. Negli anni che anticiparono il boom economico, i vestiti importanti, chi poteva, se li faceva fare in sartoria. E infatti è dai piccoli laboratori di provincia o dai grandi atelier alla Schuberth che uscivano le toilette sanremesi di di Flo Sandon's e Carla Boni, abiti che sembravano ispirati alle bamboline della torta nuziale, con vita stretta e gonna arricciata dal volume amplissimo. E nel 1955, quando la televisione cominciò a mandare in onda le serate sanremesi, le scollature di Nilla Pizzi dovettero farsi più contenute, perché quel che andava bene in teatro non poteva essere accettato nel salotto di casa. Questo accedeva mille vite fa ma Madalina, che è alta 1,80 e ha mostrato un lato B che sembra uscito dal bulino di un grande artista in «Youth» di Sorrentino, aveva detto chiaro e tondo di non voler apparire troppo sexy.

Nella prima serata ha sfoggiato tre abiti di Alberta Ferretti: così e così quello leopardato, un incanto gli altri: in tulle nero, in seta rosso da reginetta del ballo, celeste di chiffon.

E ora le criticità, giusto per adoperare un eufemismo, perché alcuni stilisti meriterebbero l'ergastolo: Arisa e la sicula Iurato si lasciano impacchettare da hair stylist, couturier, image maker, con orrori che nessuna creatura umana, per quanto penitenziale, potrebbe affrontare impunemente: «L'abitino della prima sera non l'avrei indossato neppure per andare a casa di amici, con quei bottoncini e quella sottoveste in organza che lasciava vedere le gambe ma che era tutto fuorché sexy. La prima mise della Iurato non era brutta ma lei sembrava un cotechino strizzato. Mi è sembrato che all'Ariston osi solo chi non potrebbe permetterselo» aggiunge sempre la stilista palermitana.

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