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Cerisdi, prevista la chiusura ma all'Ars si tenta di salvare i dipendenti

Lo storico ente di alta formazione fondato nel 1990, sarà liquidato

PALERMO. L’assemblea dei soci è già programmato. Il Cerisdi, storico ente di alta formazione fondato nel 1990, sarà liquidato. Il progressivo taglio dei fondi e la pesante situazione debitoria non ha lasciato scampo. In commissione Bilancio all’Ars, dove è in discussione la Finanziaria, è già iniziata la corsa contro il tempo per salvare i 28 dipendenti.

“Bisogna intervenire con la massima urgenza per salvare il Cerisdi – dice Alice Anselmo, capogruppo del Pd all’Ars - tutte le parti coinvolte devono mettere in campo ogni sforzo per salvaguardare un ente di alto livello e per tutelare il futuro lavorativo dei 28 lavoratori. Purtroppo sull’ente incombe una pesante situazione debitoria – aggiunge Anselmo – ma anche se in extremis, bisogna compiere ogni sforzo per salvaguardare quello che rappresenta un vero e proprio patrimonio per la formazione di qualità. Bisogna anche immaginare il riutilizzo dei 28 lavoratori in altre realtà. Ci rendiamo conto che quella di fronte a noi è un ‘corsa contro il tempo’, ma abbiamo il dovere di non lasciare nulla di intentato”.

Intanto in commissione i deputati provano a limitare gli effetti di una manovra che prevede tagli per 450 milioni presentando una valanga di emendamenti che incrementano i contributi a enti e sigle vicine. La parlamentare Cinque Stelle, Angela Foti ha lanciato un appello a tutti i deputati all’Ars per votare un emendamento in finanziaria che ripristina in parte il contributo regionale alle Ipab siciliane.

I deputati della Lista Musumeci, Gino Ioppolo e Nello Musumeci, hanno chiesto di intervenire in favore delle cooperative sociali: “Il settore in Sicilia - spiegano i deputati - si occupa di circa 3 mila disabili mentali, 4 mila minori siciliani, 4500 minori stranieri non accompagnati e di oltre 2500 anziani divisi tra case di riposo e comunità alloggio. Un settore che occupa oltre 20 mila lavoratori e oltre mila cooperative”.

Giambattista Coltraro capogruppo di Sicilia Democratica all'Ars, ha spiegato che "il nostro gruppo parlamentare ha presentato alcuni emendamenti che mirano a risolvere i problemi dei precari degli enti locali. Riteniamo che questa finanziaria possa sciogliere alcuni nodi cruciali, soprattutto quelli della crescita dell'occupazione".

Sul fronte dei risparmi Forza Italia esprime soddisfazione per la decisione della commissione Bilancio “di accogliere l’emendamento Falcone-Savona sulla riduzione degli stipendi dei dirigenti regionali e dei dirigenti generali degli enti partecipati, controllati e vigilati, con l’introduzione del tetto di 118 mila euro annui. Una formulazione che quando sarà definitivamente approvata consentirà di incidere in maniera concreta sui costi della Regione, dando un buon esempio ai nostri concittadini” afferma l’onorevole Marco Falcone, capogruppo azzurro all’Assemblea regionale siciliana.

Intanto “forti riserve” sono state espresse da Cgil Cisl e Uil siciliane sulla Legge di stabilità e sul bilancio della Regione nel corso di un incontro con l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei e il vice presidente della Regione, Mariella Lo Bello. Secondo i segretari generali dei tre sindacati, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo e Claudio Barone “mancano le risposte alle questioni più spinose, dal finanziamento degli ammortizzatori sociali a quello dei libericonsorzi, dalla riforma dei forestali a quella delle partecipate, per citarne alcune”.

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