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Unioni civili, il Pd non molla e conta voti
Alfano attacca: "Togliete le adozioni"

ROMA. Unioni civili nel caos dopo il dietrofront di Grillo sulla libertà di coscienza per il Movimento 5 Stelle. Il cambio di rotta rompe l'asse Pd-M5S che appariva come il passepartout per un approvazione sicura e spacca la base del Movimento che continua ad intasare il blog di messaggi contrari alla decisione a sorpresa dal leader. E così , in attesa dell'inizio del voto previsto per mercoledì, si riaccende nel fronte dei contrari la speranza di poter rimettere mano al provvedimento.

«Togliete le adozioni e il similmatrimonio e prendetevi le unioni civili», taglia corto Alfano convinto che senza «il paracadute dei voti di Grillo» c'è ormai la concreta possibilità «che questa legge salti». Per questo il leader dei centristi dice a Renzi: «Rinunci a stravincere» e si accontenti del «risultato storico» di una legge sulle unioni per le coppie gay. Come via d'uscita Ncd propone «un patto politico pubblico» che contenga lo stralcio della stepchild adoption. Il Partito democratico però tiene duro, e assicura che la legge sarà approvata. La linea maggioritaria nel partito resta il no alla messa in soffitta delle adozioni, lasciando all'Aula la decisione sulla parte più controversa della legge. Ma al Senato si osservano con preoccupazione le novità delle ultime ore: i 'pontierì non abbandonano il lavoro per verificare voto su voto quali sono gli equilibri e non si esclude che a mali estremi l'ipotesi stralcio possa affermarsi .

Ora i democratici devono scegliere se rinsaldare il rapporto con Ncd scendendo a patti con Alfano(scontentando l'ala sinistra del partito) o giocare la partita nel segreto dell'urna.  La minoranza Pd legge come un segnale di debolezza il fatto che Renzi non sia ancora intervenuto (nemmeno nel suo intervento di questa mattina alla scuola del Pd). «Basta ricatti e doppi giochi sui diritti delle persone. L'Italia ha già aspettato troppo» è la posizione di Roberto Speranza.  Domani mattina in Senato si terrà il consueto «vertice» tra Renzi, Boschi, e i capigruppo Pd Zanda e Rosato. La tendenza sarebbe quella di allungare i tempi in Aula facendo slittare alla metà di febbraio il voto sui punti critici del ddl Cirinnà in modo da consolidare nuove strategie. Intanto si organizza la conta dei voti. Sembra che con questa mission scenderà in campo il sottosegretario Luca Lotti. Ma c'è chi azzarda già qualche calcolo.

Tra le fila del Pd i cattolici sarebbero una trentina, ma lo zoccolo duro, quello degli irriducibili per il No, dovrebbe essere meno della metà. I no da parte dei cinque stelle non dovrebbe essere più di sette : su 35 senatori 28 si sarebbero schierati per il sì secondo un censimento di un gruppo di militanti del Movimento che si presentano su Facebook come «Amici 5 Stelle diritti civili e Lgbt». Insomma con la rottura dell'asse Pd-M5s gli equilibri al Senato traballano ma c'è anche chi assicura che i verdiniani non faranno mancare il sostegno al Governo anche su questo provvedimento. E che dunque i voti persi dei pentastellati si andrebbero a recuperare almeno in parte con i senatori di Ala e con quanti sono in coscienza favorevoli alle unioni civili. Certo i numeri sono un pò stretti ma il capogruppo in Senato Luigi Zanda sottolinea che il voto non mette a rischio nè il Governo, nè «il patto di legislatura con il Nuovo Centrodestra che dura fino al 2018».

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