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Altro che inverno, la primavera è già alle porte: le previsioni della marmotta Phil

ROMA. La primavera arriverà presto.

Questo inverno secco e tiepido, mai veramente iniziato, lascerà il posto a breve alla bella stagione. Ma chi lo dice? I meteorologi dell'Aeronautica militare? I siti degli appassionati che fanno le previsioni con le foto dei satelliti sul computer di casa?

Niente di tutto questo.

Che l'inverno finirà presto, lo ha stabilito Phil. È una marmotta maschio che vive negli Stati Uniti, in una cittadina dal nome impronunciabile nei boschi della Pennsylvania, Punxsutawney.

La cosa vi sembra assurda? Beh, pensate che il 2 febbraio negli Stati Uniti e in Canada è il «Giorno della Marmotta». La tradizione del roditore che predice la durata dell'inverno va avanti addirittura dal 1887, e ha radici nei miti celtici e nella religione cristiana. Al confronto, il polpo Paul che faceva i pronostici al Mondiale tedesco del 2010 era roba da bar.

A Punxsutawney, su una boscosa collinetta chiamata Gobbler's Knob (Colle del tacchino), oggi si è riunita una confraternita di distinti signori in tuba, soprabito e guanti neri, il Circolo ristretto del locale 'Club della Marmottà. Una folla di 10 mila persone (per tutti gli altri c'era la diretta streaming su Internet) attendeva la cerimonia sul posto da prima dell'alba, festeggiando allegramente. La temperatura d'altronde era mite.

Da un grosso ceppo di albero, i notabili del Club hanno svegliato una grassa marmotta maschio, Phil appunto. L'animale ha tirato fuori il muso dalla sua tana, e si presume che ha guardato se riusciva a vedere la sua ombra o meno. Il presidente del Club lo ha preso delicatamente in braccio e, come vuole la tradizione, gli ha chiesto in «marmottese» il suo responso. Quindi, il vicepresidente Jeff Lundy ha letto il verdetto del roditore (in rima): «Niente ombra stamattina, primavera è ormai vicina».

Il Giorno della Marmotta è un'usanza portata nel Nuovo Mondo dagli immigrati tedeschi. Per la tradizione celtica, se un animale che sta in letargo esce dalla tana e forma un'ombra con il suo corpo il 2 febbraio, festa del dio Imbolc, l'inverno durerà ancora sei settimane. Se non forma ombra, la primavera arriverà presto.

Nella Germania cristiana, la festa di Imbolc diventa quella della Candelora, la presentazione al Tempio di Gesù, ma la credenza rimane. Se il cielo è limpido, arriverà il gelo. Se è nuvoloso, verrà presto la primavera. Anche la tradizione italiana dice la stessa cosa: «Per la santa Candelora, se nevica o se plora, dell'inverno semo fora».

Quindi, un porcospino che esce dalla tana può rivelare quanto durerà ancora l'inverno, formando o no un'ombra a seconda del sole o delle nuvole. La tradizione nell'Ottocento è stata portata in Pennsylvania dagli immigrati tedeschi. E in mancanza di porcospini, i pionieri hanno usato le marmotte.

Per gli amanti delle statistiche, la marmotta Phil (ha sempre lo stesso nome dal 1887) ha previsto 102 volte inverno lungo e 18 volte primavera precoce. Resta ignoto come il Club di Punxsutawney interpreti il responso del roditore. La tradizione è stata immortalata anche in un film del 1993 con Bill Murray, «Ricomincio da capo».

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