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Renzi e le banche, il Senato respinge le due mozioni di sfiducia

L'Aula del Senato ha respinto le due mozioni di sfiducia al governo presentate da Forza Italia e Lega sulla vicenda banche, ma anche dal M5S

ROMA. L'Aula del Senato ha respinto le due mozioni di sfiducia al governo presentate da Forza Italia e Lega sulla vicenda banche, ma anche dal M5S. Nel caso della prima, i "no" sono stati 178, 101 i si, un astenuto. L'Aula del Senato ha poi detto "no" anche a quella presentata dal M5S: i voti contrari sono stati 174, 84 i si, un astenuto.

"Se ci volete mandare a casa per il decreto sulle popolari - aveva detto Renzi nel suo discorso ai parlamentari - fatelo. Noi siamo orgogliosi per una riforma che da 25 anni andava fatta e fu tentata da Ciampi e da Draghi. Se fosse stata fatta a fine anni 90 in tante parti di Italia, a cominciare dal nord est, avremmo evitato le scene di questi ultimi 15 anni in termini di contiguità tra il sistema del credito e politica".

"Si legge nel testo della mozione di sfiducia - dice Renzi - che il decreto sulle popolari imponeva la trasformazione e quotazione di Banca Etruria: ma di tutte le banche interessate dal decreto di gennaio l'unica banca già quotata era Banca Etruria. Su Etruria si sta giocando una strumentalizzazione politica comprensibile, alla quale siamo totalmente abituati e che non ci fa paura, ma totalmente slegata dalla realtà. Questo governo ha commissariato la Banca Etruria come ha fatto con altre banche senza avere alcun riguardo per nomi e cognomi" perché "per noi non ci sono amici o amici degli amici" e la "dimostrazione sta nel fatto che Banca Italia ha sanzionato i familiari di un ministro e sta nel fatto che non c'e' stato un solo avvenimento che possa far parlare di conflitto di interessi" del ministro Boschi. Voi siete divisi e siete sempre meno, si conteranno i no ma i sì sono sempre meno perché tra di voi esiste una grande divisione. Noi attendiamo con pazienza che tra i moderati del centrodestra si torni ad un linguaggio non di contrapposizione ideologica".

"In questo Paese - ha proseguito il premier - chi ha sbagliato paga e chi paga non lo decidete voi ma i giudici, nel primo, secondo, terzo grado di giudizio. E il quarto grado non è un blog dell'illuminato...".

"Io non dico da che pulpito, sarebbe semplice, vi sto dicendo non c'è alcun conflitto d'interesse ma il tentativo con quel decreto di salvare 1 milione di correntisti e 7mila stipendi. Se ci volete mandare a casa fatelo ma noi non avremmo mai distrutto pezzi di economia per fare una battaglia politica contro il governo. Prima delle beghe politiche c'è l'Italia". Così Renzi si è rivolto a Fi nel suo intervento. "Voi siete divisi e siete sempre meno, si conteranno i no ma i sì sono sempre meno perché tra di voi esiste una grande divisione. Noi attendiamo con pazienza che tra i moderati del centrodestra si torni ad un linguaggio non di contrapposizione ideologica".

Idv, no sfiducia, non c'è alternativa a Renzi - Sostegno al governo Renzi, contro le mozioni di sfiducia presentate da Fi-Lega e M5s, da due senatori dell' Italia dei valori (Idv). Durante la discussione in aula al Senato sulle mozioni sul caso banche, Alessandra Bencini, spiega che "Italia dei valori vota no alla mozione di sfiducia. Oggi non esiste alternativa politica a Renzi: se cade lui sarebbero ancora una volta rimandate le riforme, si avrebbe una crisi politica, un ennesimo governo tecnico e una situazione internazionale molto difficile. Per questo diciamo no alle mozioni di sfiducia". Con lei il collega Maurizio Romani, che le siede accanto.

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