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Omicidio stradale, governo battuto: sì a emendamento di Fi, il testo torna al Senato

Niente arresto se il conducente si ferma e presta assistenza

ROMA. Le nuove norme sull'omicidio stradale dovranno aspettare ancora prima di diventare legge: il governo è stato battuto in Aula alla Camera su un emendamento di Forza Italia approvato a scrutinio segreto. E ora il provvedimento dovrà tornare al Senato per incassare il via libero definitivo. Un episodio, si spiega nel Pd, dovuto alle divisioni interne al gruppo sul merito della questione e che hanno attraversato il dibattito di questi mesi sul provvedimento. Fra i Dem infatti vi è chi, più garantista, condivide la tesi portata avanti dagli azzurri e secondo cui chi causa un grave incidente e si ferma a prestare soccorso non deve essere arrestato in flagranza. Insomma, nessun messaggio indiretto della minoranza del partito ai vertici.

«Pensiamo - dice Rosato, che in Aula ha comunque invitato i deputati a votare compatti contro la proposta di Forza Italia - che quella sull'omicidio stradale sia una buona legge. Evidentemente a voto segreto il Parlamento la pensa in modo diverso, e rispettiamo le decisioni del Parlamento. Ma non è un problema. Torneremo in Senato e diventerà legge». E Palazzo Madama sarà chiamato ad approvare il testo nella versione approvata da Montecitorio, assicura la vice capogruppo del Pd alla Camera e relatrice del testo Alessia Morani. Anche se il rinvio, non rinuncia a sottolineare, è «stato un errore». Altro che errore, secondo il deputato di minoranza Danilo Leva «le nuove norme sull'omicidio stradale rappresentano il cedimento al populismo penale, che nel nostro Paese ha prodotto danni cosmici già in passato». L'emendamento a prima firma Paolo Sisto (Fi) è stato accolto da un lungo applauso dei colleghi di Forza Italia, che con il numero uno del gruppo a Montecitorio Renato Brunetta si dice convinto che grazie a questa modifica «abbia vinto il diritto».

Poi certo, è la tesi azzurra, «per il governo quanto è accaduto è molto grave: il voto di oggi alla Camera, con il richiamo accorato di Rosato a serrare le fila, è di fatto un voto di sfiducia al governo». Un episodio che va letto, insiste Brunetta, in combinato disposto con quanto accaduto al Senato sulle riforme dove l'ok è stato incassato grazie ai verdiniani. «La maggioranza - è la tesi del capogruppo azzurro - non c'è più. Su questo noi chiediamo un'attenta vigilanza da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella». «Oggi - afferma il deputato della Lega, Roberto Simonetti - il vero sconfitto è il renzismo portato in Aula da Rosato con le sue logiche politiche». Fuori dal Parlamento, le associazioni vittime della strada (Associazione sostenitori Polstrada, Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni) parlano però di «emendamento affossa legge», definendo «offensiva l'immagine dei parlamentari che esultano dopo il voto».

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