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"L'ideologo di M5s" Becchi lascia Grillo: è stampella di Renzi e il sogno è finito

Beppe Grillo

ROMA. Il M5S perde una delle sue "stelle": Paolo Becchi, identificato a torto o a ragione come "l'ideologo del movimento", lascia Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. E non senza strascichi, a conferma della "verve" polemica che contraddistingue sempre i suoi interventi. Genovese, docente universitario di Filosofia del Diritto è stato uno dei primi intellettuali a sostenere le idee dell'ex comico ligure. Complice l'ampio spazio concessogli dal blog di Grillo ma anche il divieto di andare in tv imposto ai parlamentari cinquestelle, Becchi ha saputo conquistarsi l'attenzione dei militanti pentastellati e quello dei media. A renderlo un personaggio hanno certamente contribuito le posizioni estreme che non lasciano spazio a mediazioni: dal fermo "no" a qualsiasi accordo con i partiti alla richiesta di impeachment nei confronti dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fino all'ipotesi di uscita dall'euro. Ed è proprio la "puzza" di accordi sottobanco con il Pd ad aver fatto infuriare Becchi.

"Il M5s si sta trasformando in un partito ibrido e ha stretto con il Pd un nuovo patto dopo quello del Nazareno, facendo da stampella al Governo Renzi", ha detto in un'intervista a Formiche.net in cui annuncia "l'addio ufficiale al M5s". Secondo il professore, il M5S è ormai un partito "che da un lato acchiappa chi ancora crede negli ideali di rottura del vecchio Movimento e dall'altro si avvicina alla logica partitica". Insomma, una mutazione genetica che porta "dal Movimento liquido di Grillo al partito ibrido di Casaleggio". La decisione dell'addio si concretizza con la cancellazione dell'iscrizione al M5S avvenuta, precisa il prof, "lo scorso 31 dicembre". Ma è da tempo che i rapporti sono incrinati. Sono mesi, ormai, che il blog di Grillo non ospita suoi interventi. Ma già in passato non sono mancate clamorose rotture. Nell'aprile 2013 i parlamentari M5S presero le distanze da Becchi con una nota ufficiale in cui si sottolineava che il professore non era "un ideologo del M5S" ma un "personaggio sulle cui posizioni deputati e senatori non si riconoscevano affatto". Becchi, dal suo canto, ha sempre rimproverato ai "ragazzi" mandati a Roma di essersi lasciati corrompere dalla politica. L'unica certezza è che dal punto di vista politico il M5S ha abbandonato alcune figure storiche, che hanno segnato il suo inizio: Becchi segue nel tempo i blogger Claudio Messora e Daniele Martinelli. Tutti profondamente estremisti nelle loro posizioni e probabilmente giudicati inadeguati al nuovo corso pentastellato. Un po' come accadde nella Lega Nord quando Umberto Bossi si divise dall'ideologo Gianfranco Miglio.

Nell'addio di Becchi c'è un riferimento al cambiamento. "Anche Grillo è divenuto un ologramma", afferma il professore facendo il verso al leader pentastellato. "Grillo aveva promesso agli italiani che entro il dicembre 2015 o al massimo nel gennaio 2016 ci sarebbe stato il referendum sull'euro. Ora più nessuno ne parla - denuncia Becchi - Non sono nella testa di Beppe e non so se questo suo progressivo farsi da parte sia sintomatico di un po' di delusione anche da parte sua, ma è sempre più politicamente assente. Ha fatto un discorso di fine anno che era uno spot pubblicitario al suo spettacolo, un intervento teatrale, è diventato un ologramma pure lui. Forse era inevitabile che il Movimento si istituzionalizzasse, ma il sogno è finito".

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