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Renzi: "2015 migliore del 2014, riforme ok altrimenti ho fallito"

Matteo Renzi

ROMA. Il 2015 è andato meglio del 2014 e lo dicono i numeri. Il Pil è tornato a crescere allo 0,8% dopo anni di stagnazione e di segno negativo. E' stato approvato il Jobs act, il tasso di disoccupazione è ancora troppo alto ma è diminuito ed è all'11,5%. Oggi ci sono più tutele e più posti di lavoro, ma non sono ancora soddisfatto e voglio che l'Italia torni ad avere un ruolo di leadership in Europa.

E' il primo bilancio del premier Matteo renzi durante la conferenza stampa di fine anno.  «Il tasso di disoccupazione è ancora molto altro, troppo alto, ma è all'11,5%. Quando ti capita di essere fermato da un ragazzo che ti dice ”ti ringrazio perchè ho un contratto a tempo indeterminato” ti rendi conto che tante polemiche sul jobs act hanno visto il 2015 portare un po' di chiarezza, ci sono più tutele non meno tutele».

In Italia c'è un «indice di fiducia spaventosamente alto: quello dei consumatori è a quota 117,6 mentre un anno fa era a 97,4». Si tratta di «20 punti» di differenza e mostra un «paese che si sta rimettendo in moto». «Se il 2015 è stato l'anno delle riforme, il 2016 sarà l'anno dei valori». Lo afferma il premier Matteo Renzi alla conferenza stampa di fine anno rimarcando che la legge di stabilità, che in molti criticano come «mance e mancette», invece «mette denaro» su settori come «scuola università, cultura, servizio civile».

 «Questo sarà il mio ultimo ruolo pubblico come è naturale che sia». Lo ha detto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa. «Quando hai fato questo ruolo dopo lasci: per me dunque questo sarà l'ultimo incarico pubblico».

Slide «anti-gufi» e obiettivi raggiunti messi nero su bianco. Il premier Matteo Renzi si presenta alla conferenza stampa di fine anno utilizzando, nella sua introduzione, le slide per riassumere il 2015 del suo governo. E ogni slide è, di fatto divisa in due parti: in quella superiore campeggia il fumetto di un gufo con un messaggio di diffidenza o pessimismo; nella parte superiore viene riportato, in diretta corrispondenza all'argomento «toccato» dal gufo, l'obiettivo raggiunto, secondo Renzi, dal suo governo.

Renzi parla anche della legge elettorale. La riforma è stata un passaggio difficile e comunque un «capolavoro parlamentare». «Sui decreti di attuazione» della riforma della P.a. partiremo a gennaio, avremmo preferito a dicembre ma non ci siamo riusciti, ma la responsabilità non è del ministro Madia. Da gennaio ad agosto chiuderemo tutti i decreti di attuazione».

Il premier passa poi a parlare anche della politica estera.  «L'Italia non dichiara la guerra al'Europa: noi chiediamo solo di far rispettare le regole a tutti. Chiediamo rispetto per l'Italia e chiediamo chiarezza».  Fino a qualche tempo fa l'Italia non «contava niente in politica estera, non toccavamo palla, non  c'era sugli incontri sull'Iran: ora siamo in grado di stare a quei tavoli. A Vienna dove ci si riunisce per parlare Siria, a Roma di Libia».

«Ho uno splendido rapporto personale con la cancelliera Merkel, ma io rappresento l'Italia e vorrei che la stampa prendesse atto che quando parla il premier italiano non è necessario scrivere costantemente che si sta lamentando dell'Ue. Se con la cancelliera Merkel discutiamo di linee della politica economica europea non stiamo attaccando l'Europa, la stiamo difendendo».

Capitolo scuola. Qualche organizzazione sindacale ha messo in guardia i professori dicendo loro «vi deporteranno»: ora, «nessuno è stato deportato», ma quei professori precari, «sobillati da qualche genio, adesso non hanno il posto di lavoro a tempo indeterminato» perchè non hanno fatto domanda «e questa è una cosa che mi fa molto male». Lo ha detto il premier Matteo Renzi, durante la conferenza stampa di fine anno. Alcuni professori «non hanno fatto domanda assunzione sobillati da qualche genio», da chi gli diceva «vi deporteranno. Nessuno è stato deportato» se avessero fatto domanda «sarebbero stati assunti nella loro regione e ora avrebbero un hanno posto di lavoro a tempo determinato. Questo  mi fa male».

Renzi snocciola poi tutti gli interventi al Sud. «Credito d'imposta, terra dei fuochi, Bagnoli, Ilva, Salerno-Reggio Calabria, Napoli-Bari, tavoli di crisi aperti ovunque, chi ci diceva di aver dimenticato il Sud si è dimenticato delle accuse che ci muoveva».

Con questo governo si registra la vittoria della politica contro il populismo per 4 a zero e il risultato, anche grazie alle riforme, come quelle elettorale e del Senato, è un paese solido e stabile. Lo afferma Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa di fine anno durante la quale ha anche rimarcato l'importanza di essere passati da una legislatura «strascicata» che non andava avanti ad una in grado di fare le riforme e di eleggere il presidente della Repubblica.

I sondaggi sul consenso al Pd. «Un leader vero o presunto non commenta i sondaggi, il nostro compito è quello di cambiarli. In alcune partite si può anche perdere il consenso, come quella sull'immigrazione, ma non la cambierei, la ritengo umana e giusta». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della conferenza di fine anno. «Ci sta di perdere del consenso - ha aggiunto Renzi -, da marzo 2014 guardo i dati dell'aumento della grande distribuzione, ora mi interessa che ripartano i consumi, non i sondaggi».

«I sondaggi sul Pd dicono che ha lo stesso consenso di quello che aveva nei giorni precedenti alle elezioni europee, poi noi abbiamo preso il 40% e i cinque stelle il 20%». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso della conferenza stampa di fine anno. «Preferisco questo Pd, non quello che stava al 25% - ha aggiunto Renzi -, se dovessi scommettere sulle elezioni del 2018 direi che il Pd vince al primo turno».

Il caso banche.  «La vicenda delle banche è molto seria, abbiamo a cuore il destino di quelle persone, molto meno di quelle che sono state dette, chi è stato truffato deve sapere che lo Stato è dalla sua parte, faremo di tutto perchè possa avere indietro i soldi».  «Non c'è rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide» di tante banche europee e «non cambierei il sistema bancario con quello tedesco nemmeno sotto pagamento». «Chi ha subito danni o è stato truffato, e non sono moltissime, deve sapere che lo Stato è dalla sua parte e noi faremo di tutto perchè possa avere« indietro quello che ha perso».

Unioni civili.  Quello delle unioni civili è «un tema che va depurato da tensioni di natura politica stretta. È un tema che divide, anche dentro il Pd ci sono molte divisioni, e ce ne sono anche dentro FI. Ma io dico che dobbiamo portarle a casa, e che il 2016 non può che essere l'anno chiave.» Lo afferma il premier Matteo Renzi nella conferenza di fine anno. «Non c'è alcun collegamento» tra l'ok alle unioni civili e «le amministrative, non è una questione legata al governo, non è, per esempio, un provvedimento sul quale il governo immagina di inserire la fiducia. Bisognerà lasciare a tutti libertà di esprimersi». Lo afferma il premier Matteo Renzi alla conferenza stampa di fine anno. «Io - spiega - ho la mia opinione» quella di una «civil partnership fatta di giustizia, equità, dignità».

In vista delle Amministrative.  Il «Pd non ha uno che decide candidati ma una comunità che con le primarie va a votare: non espelle un senatore al giorno, non scopre candidati sulla base dell'ultima cena a Arcore. Noi facciamo diversamente, facciamo le primarie». Lo ha detto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa di fine anno ricordando che in vista delle amministrative «abbiamo Milano il 7 febbraio, Roma il 6 marzo, diciamo a marzo non vorrei fare una gaffe», ha aggiunto.

Referendum costituzionale. Matteo Renzi risponde, durante la conferenza stampa di fine anno, ad una domanda sul referendum costituzionale e non nasconde la volontà di giocarsi fino in fondo questa partita affermando: «se perdo il referendum considero fallita la mia esperienza politica».

Squadra di governo.  «Non non ci sarà nessun rimpasto» di governo. «Se ci sarà bisogno, come è naturale che sia» visto che «manca ancora qualche casella al governo, le copriremo, ma non ci sarà nessun rimpasto».

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