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Giro di mazzette su 33 appalti pubblici, arrestati 7 funzionari del Comune di Roma

ROMA. Mazzette per chiudere un occhio sulla regolare esecuzione dei lavori di manutenzione di strade e infrastrutture: 33 le gare d'appalto finite nel mirino della procura di Roma e dei Carabinieri del Noe, che hanno arrestato 7 funzionari pubblici.

Sedici milioni il valore degli appalti, sui quali sarebbero stati pagati in due anni 650 mila euro di tangenti. Gli arresti - eseguiti all'alba, insieme ad una serie di perquisizioni, dai carabinieri del Comando per la Tutela dell'Ambiente in collaborazione con quelli del Comando provinciale di Roma - riguardano funzionari di diversi Municipi del Comune di Roma, del Dipartimento 'Simu' (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) di Roma Capitale e dell'Ospedale San Giovanni Addolorata. Sono complessivamente 18 le persone indagate dalla procura di Roma, di cui sette agli arresti, nell'ambito dell'inchiesta condotta dai carabinieri del Noe su presunti casi di corruzione per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria di strade e infrastrutture.

I funzionari pubblici arrestati sono Francesco Pantaleo e Stefano De Angelis, del dipartimento 'Simu' (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) di Roma Capitale; Roberto Brondi, Piero Seguiti, Doriano Carbonari e Paolo Fornaciari, impiegati rispettivamente presso i Municipi V, IX, X e XII di Roma e Franco Ridenti, tecnico della Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata.  Perquisizioni sono state compiute anche nelle abitazioni e negli uffici dei funzionari Fabio Stefano Pellegrini del dipartimento Simu, Luca Gaveglia del Municipio IV e Giampietro Cirilli, già funzionario del Municipio VIII, ora in pensione, ma ancora legato da un rapporto d'impiego con l'amministrazione. Nei loro confronti il gip non ha accolto la richiesta di arresto avanzata dalla procura. Indagati per corruzione anche 8 funzionari ed ex funzionari, questi ultimi ora in pensione.

L'indagine è la prosecuzione di quella che il 14 ottobre scorso portò all'arresto degli imprenditori Luigi Martella ed Alessio Ferrari, insieme al funzionario del 'Simu' Ercole Lalli, accusato di aver ricevuto 2.000 euro in contanti in cambio di informazioni riservate sulle gare d'appalto per la manutenzione e la sorveglianza delle strade della Grande Viabilità di Roma. Grazie all'analisi incrociata - tuttora in corso - di una serie di intercettazioni e della documentazione sequestrata, tra cui la «contabilità occulta» delle società del «Gruppo Martella», ma anche in seguito alla confessione dei due imprenditori arrestati, gli investigatori ritengono di aver individuato «ulteriori episodi di corruzione» sempre a carico di funzionari-direttori dei lavori, in relazione a specifici appalti.

In particolare, sottolineano i carabinieri, «le dazioni di denaro erano finalizzate ad ottenere agevolazioni da parte dei funzionari sulle modalità di esecuzione dei lavori, consentendo agli imprenditori di eseguire le opere in modo difforme rispetto a quanto previsto». «Emblematico» viene definito il caso della pulizia dei chiusini stradali, che veniva effettuato su un numero inferiore rispetto a quello dichiarato nella documentazione ufficiale, oppure il caso del rifacimento del manto stradale, effettuato risparmiando sullo spessore dell'asfalto.

Gli accordi presi tra gli imprenditori ed i funzionari incaricati di sorvegliare il corretto andamento dei lavori comportavano, secondo l'accusa, il versamento di somme di denaro variabili da poche migliaia di euro fino ad oltre 100 mila euro, nell'ordine del 3-4% del valore dell'appalto. «La sistematica reiterazione della condotta corruttiva - affermano gli investigatori - ha permesso di evidenziare almeno 33 gare d'appalto per un valore complessivo di oltre 16 milioni di euro e per le quali sarebbero stati versati solo negli ultimi due anni, complessivamente 650 mila euro di tangenti».

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