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Pininfarina alla indiana Mahindra, operazione da 150 milioni

L'azienda resta italiana, salvi i posti di lavoro ma arriva il crollo in Borsa

Paolo Pininfarina e CP Gurnani, Ceo di Techmahindra

TORINO. Un'altra azienda italiana finisce in mani straniere. La storica 'carrozzeria' Pininfarina, che in quasi un secolo di vita ha disegnato più di 100 modelli Ferrari, gioielli Alfa Romeo e Lancia, passa al gruppo indiano Mahindra. L'operazione, che è stata portata a termine dopo due anni di trattativa e sarà chiusa entro il primo semestre 2016, ha un valore complessivo "da circa 150 milioni di euro", sottolinea l'ad Silvio Angori: circa 25 milioni per l'acquisto del 76% della Pininfarina detenuto dalla holding di famiglia Pincar a 1,1 euro per azione, 20 milioni per un aumento di capitale, oltre 100 milioni di garanzie sui debiti.

La famiglia manterrà una partecipazione dell'1,2%, gli indiani avranno almeno il 76%. "La società e il suo quartiere generale restano italiani. Lo stile e il marchio sono legati alla nostra storia, l'occupazione sarà stabile", assicura Paolo Pininfarina, nipote del fondatore Sergio, che resterà presidente. In Borsa - dove l'azienda continuerà a essere quotata - il titolo, congelato fin dalla mattina, crolla: in una sola ora di negoziazione perde il 68,8% del valore precipitando dai 4,2 euro di venerdì scorso agli attuali 1,31 euro. A pesare è il prezzo dell'offerta a 1,1 euro, verso il quale il titolo si andrà ad allineare nei prossimi giorni.

"Non si capisce la ragione - commenta Angori - anche tenuto conto del fatto che l'investitore, oltre agli apporti finanziari, contribuirà con il suo patrimonio di clienti e di servizi che saranno offerti al mercato congiuntamente". Il gruppo Mahindra, con un fatturato di oltre 16 miliardi di dollari e oltre 200.000 dipendenti, è presente a tutto campo nel settore auto: veicoli a due e tre ruote, veicoli industriali, suv, berline, trattori, barche e aerei.

"L'operazione - sottolinea Cp Gurnani, ceo di Techmahindra, controllata del gruppo indiano - dà alla Pininfarina la possibilità di essere presente nei 90 Paesi dove operiamo e di avere accesso a circa 800 clienti. Techmahindra aiuterà Pininfarina a globalizzarsi e aumenterà la nostra offerta nei settori trasporto, aerospace e industrial design". "Oggi iniziamo a scrivere il prossimo capitolo della storia di Pininfarina. Siamo orgogliosi e felici di entrare a far parte del gruppo Mahindra", dice Angori.

Le azioni Pininfarina che acquisterà la società indiana sono attualmente in pegno alle banche e saranno liberate dal vincolo alla chiusura dell'accordo. Gli investitori lanceranno quindi un'offerta pubblica totalitaria sulle azioni ordinarie Pininfarina sul mercato, allo stesso prezzo di compravendita delle azioni detenute da Pincar.

All'accordo partecipano attivamente anche le banche creditrici, che hanno siglato un'intesa per ristrutturare i debiti. Insieme, la società ha anche approvato un nuovo piano industriale, nel quale si prevede che Pininfarina diventi "un fornitore di servizi di design e ingegneria d'eccellenza".

Alcune banche hanno concordato di incassare un pagamento a saldo dalla società e quindi stralciare il debito residuo; altre hanno riscadenziato i crediti: in entrambi i casi c'è la garanzia degli indiani da oltre 100 milioni di euro. L'indebitamento sarà ripagato dal 2017. La Fiom esprime l'auspicio che la Pininfarina esca rafforzata e chiede "a breve un confronto con la nuova proprietà per verificare dove andranno gli investimenti, oltre a rifinanziare il debito e quali garanzie deriveranno per l'occupazione".

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