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Berlusconi: "La Sicilia non è una regione di sinistra"

PALERMO. ''Sono convinto che se riusciremo a presentare una proposta completa e convincente ai siciliani in modo da convincerli a cambiare strada, i siciliani siano disposti a farlo e immettersi sulla nostra strada, come ai tempi del 61 a zero. La Sicilia non è una regione di sinistra ". Lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo in collegamento telefonico a un'iniziativa di Forza Italia a Palermo.

Proprio ieri Berlusconi ha nominato commissario regionale in Sicilia, l'ex leader forzista Gianfranco Micciché. L'ex presidente del Consiglio ha anche detto: "Ho avuto modo di ascoltare i problemi della Sicilia, della giunta regionale Crocetta, quelli delle imprese che sono in stato di abbandono, il tema dei fondi europei, che rischiano di perdersi, dell'agricoltura, dei rifiuti a Palermo e della disoccupazione con i giovani costretti ad emigrare all'estero mentre la giunta regionale non ha messo in campo azioni per risolvere il problema".

"Centrodestra oltre il 40% con il ritorno di Forza Italia". "Se guardiamo ai fatti facendo la media dei vari sondaggi - ha aggiunto -, vediamo che Renzi è al 31%, Salvini al 27%, Silvio Berlusconi miracolosamente al 25,8% e negli ultimi due anni è stato solo sei ore all'anno in televisione a causa di quell'infame sentenza. Tutti gli analisti affermano che un ritorno in campo di Forza Italia potrebbe portare il centrodestra a superare ampiamente il 40%. Per senso di responsabilità ho deciso di scendere in campo".

Nel suo intervento ha parlato anche di astensionismo: "C'è un grande lavoro da fare nei confronti del 51% degli italiani, che non sono andati a votare e che sono cresciuti del 5%. Non sono elettori di sinistra, che sono militarizzati e disciplinati, sono italiani che pensano che il loro voto non conta nulla e sono 26 milioni. Dobbiamo convincerli presentando loro un programma che ho già presentato a Salvini e alla Meloni".

E ancora: "Il governo esulta per una crescita dello 0,9% ma questa crescita è avvenuta per fattori che non dipendono dall'azione dell'esecutivo - ha aggiunto - l'Europa invece cresce di due punti percentuali. In Italia non c'è una politica che favorisce le imprese. In Italia si ignora la formula vincente dell'equazione del benessere".

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