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Il trapianto di utero arriva negli Usa, primi interventi entro due mesi

La tecnica messa a punto a Cleveland dal team guidato da Andreas Tzakis prevede invece l'uso di un organo espiantato da una donatrice morta da poche ore

Nuove frontiere della medicina: per la prima volta negli Usa una equipe della Cleveland Clinic in Ohio sta preparandosi a effettuare un trapianto di utero per offrire a pazienti che ne sono prive la possibilità di restare incinta. Una decina di questi interventi sono stati già realizzati con successo in Svezia da donatrici vive e in 4 casi hanno portato alla nascita di bambini. La tecnica messa a punto a Cleveland dal team guidato da Andreas Tzakis prevede invece l'uso di un organo espiantato da una donatrice morta da poche ore.

I trapianti saranno temporanei. I "nuovi" organi saranno rimossi dopo una o due gravidanze per consentire alle pazienti di interrompere la terapia anti-rigetto.

La Cleveland Clinic è uno degli ospedali più famosi negli Usa. Nel 2008 fu effettuato li' il primo trapianto di faccia in terra americana. Tra i primi del mondo il centro cardiaco: nel 2006 ci si fece operare Silvio Berlusconi.

Il trapianto di utero e' una nuova frontiera che unisce ambiti della medicina - trapianti e chirurgia riproduttiva - all'avanguardia delle tecniche ma spesso ai confini della bioetica. "I primi trapianti, 50 anni fa, erano fatti per salvare vite. Oggi si cerca anche di migliorare la qualità della vita, ad esempio con i trapianti di faccia o di mano", ha detto Eric Kodish, il direttore del centro etico di Cleveland. Luce verde anche da Jeffrey Kahn, esperto di bioetica alla Johns Hopkins University e non coinvolto con il progetto: "Facciamo oggi molte cose per aiutare coppie ad avere bambini che in passato non si facevano. Il trapianto di utero rientra tra queste". Negli Usa sono circa 50 mila le potenziali pazienti. Otto di loro sono in questi giorni a Cleveland per sottoporsi allo screening nella speranza di essere selezionate per un intervento di qui a due mesi. "Sono donne che non vogliono adottare o usare una madre surrogata per motivi personali, culturali, religiosi", ha detto Tzakis al New York Times che oggi dedica un lungo servizio al progetto. La clinica prevede di effettuare dieci trapianti "come esperimento" e poi valutare i risultati prima di proseguire.

Ci sono rischi, legati in parte alle terapie antirigetto, c'è il fatto che si tratta di una chirurgia elettiva (e non salva-vita) e che i feti di una eventuale gravidanza sarebbero esposti ad alte dosi di farmaci e sviluppati in un organo espiantato da una morta. Oltre che in Svezia, il trapianto di utero è stato tentato senza successo in Arabia saudita e in Turchia.

Altri ospedali negli Usa e in Gran Bretagna starebbero preparandosi alla procedura ma nessuno è arrivato vicino come il team di chirurghi di Cleveland. In Svezia, all'Università di Gothenburg, gli organi usati appartenevano a donne in menopausa, in cinque casi su nove le donatrici erano le madri della futura mamma: una circostanza "scivolosa", in cui una donna da' alla luce un figlio con lo stesso utero da cui lei stessa e' nata

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