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Il Califfo aveva ordinato di colpire "Paesi nemici": e l'Iraq aveva avvertito della minaccia

Il gruppo di fuoco per colpire Parigi, recita un documento degli 007 iracheni che l'AP ha rilanciato, "era composto da 24 elementi, 19 con il compito di effettuare gli attentati, addestrati a Raqqa"

PARIGI.  E' stato il Califfo dell'Isis Abu Bakr al-Baghdadi in persona ad ordinare di colpire i Paesi "nemici" creando un'unità specifica per la pianificazione degli attacchi terroristici. E Baghdad aveva avvertito della minaccia "imminente" Parigi, Teheran e Washington, 24 ore prima della mattanza nella capitale francese. Le rivelazioni che arrivano dall'Iraq e dagli Usa fanno tremare le mura delle cancellerie occidentali, ma anche quelle russe e iraniane, finite nel mirino dei jihadisti che da mesi promettono di portare la guerra in casa degli "infedeli" che li stanno cacciando indietro in Siria e Iraq.

Il gruppo di fuoco per colpire Parigi, recita un documento degli 007 iracheni che l'AP ha rilanciato, "era composto da 24 elementi, 19 con il compito di effettuare gli attentati, addestrati a Raqqa", la 'capitale' del Califfato in Siria, "e altri 5 per il coordinamento e la logistica": in altre parole individuare i nascondigli e procurare armi ed esplosivi.

Lo 'squadrone della morte' dell'Isis ha poi preso contatto con una "cellula dormiente" d'Oltralpe, che ha "facilitato il compimento della missione". Il ministro degli Esteri di Baghdad, Ibrahim al Jaafari, ha precisato che l'Iraq ha informato della minaccia imminente al più tardi giovedì scorso non solo la Francia ma anche l'Iran e gli Stati Uniti, e che il 'warning' "riguarda tutti i Paesi europei" della coalizione anti-Isis.

"Non ci hanno ascoltato", incalza Baghdad. Dagli Usa funzionari di intelligence hanno confermato che al Baghdadi ha ordinato la creazione di un dipartimento dell'Isis che ha il compito specifico di colpire all'estero, "in particolare in Europa occidentale e negli Stati Uniti". In Gran Bretagna gli esperti anti-terrorismo evidenziano il possibile legame operativo e strategico tra gli attentati di Parigi, i kamikaze che qualche giorno prima hanno fatto strage a Beirut - 41 morti nel più sanguinoso attentato della storia recente libanese - e l'ipotesi della bomba che si ipotizza l'Isis sia riuscito a piazzare a bordo dell'aereo russo schiantatosi in Sinai due settimane fa.

Fonti dell'intelligence francese si sono difese affermando che "minacce di attentati imminenti arrivano ogni giorno". L'ultima, più clamorosa, a metà settembre quando il premier iracheno Abadi aveva paventato un attentato nelle metro di Parigi e New York. In quel caso era sembrato un falso allarme, ma quello di giovedì scorso ha lasciato sul campo le vite di almeno 132 persone, in gran parte ragazzi e ragazze. Con gli 007 francesi che ora rischiano di finire davvero nella bufera. Dovranno chiarire, loro e tutte le intelligence europee, come lo 'squadrone della morte' jihadista sia riuscito a penetrare nelle maglie della sicurezza europea.

Degli 8 terroristi entrati in azione a Parigi - il numero è stato fornito dall'Isis stesso nella sua rivendicazione del massacro - almeno quattro sono presunti 'foreign fighter'. Tre francesi e un belga. Potrebbero essersi mescolati al fiume di centinaia di migliaia di migranti in fuga dalla guerra siriana. Anche se questa rischia di essere una falsa pista, creata ad arte dal Califfo per minare la politica europea di accoglienza dei rifugiati già al centro di un furioso scontro tra e all'interno dei Paesi Ue. Clamorose le scivolate di queste ore di alcuni media sul caso del "passaporto egiziano trovato accanto a un kamikaze dello Stade de France".

Il documento appartiene infatti ad un ragazzo originario di Alessandria d'Egitto che ha la sola colpa di avere la passione per il calcio. "Non è un kamikaze, ma un ferito", anche gravemente, ha tuonato l'ambasciata egiziana in Francia. C'è poi il "passaporto siriano", con i dati personali di un certo Ahmad Almohammad. Il passaporto non è stato rilasciato da Damasco, spiegano gli 007 Usa. Forse acquistato in Turchia. Ahmad sbarca in Grecia il 3 ottobre a Lero, ma è costretto a riprendere un barcone per arrivare a Kalymnos (diverse miglia più a sud), perché il traghetto della Blue Star Ferries non parte per il Pireo in quei giorni. Infine Atene (il 6 ottobre), la Serbia (il 7) e il giorno dopo la Croazia. Poi è scomparso. E' uno dei terroristi di Parigi o un'ignara pedina della guerra militare e politica di Baghdadi contro i suoi "nemici"?

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