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Riforma del Codice Antimafia, Mattiello: così colpiremo le organizzazioni criminali

PALERMO. Era attesa da molto tempo, e alla fine è arrivata. La riforma del Codice Antimafia, stabilisce una stretta su beni confiscati e sequestrati, alla luce delle pesanti vicende che hanno coinvolto la magistratura di Palermo nei giorni scorsi. «Le ultime inchieste hanno mostrato che intorno ai beni sequestrati si era aperta una deriva potenzialmente devastante. Intervenire era urgente e necessario», annota Davide Mattiello, deputato del Pd relatore del nuovo Codice antimafia.

L' eco della vicenda Saguto non si è ancora spento. Che cosa stabilisce la legge al fine di prevenire casi similari?
«Le nuove norme fissano paletti molto precisi per lo svolgimento della funzione di amministratore giudiziario che su incarico del Tribunale e poi dell' Agenzia per i beni confiscati deve provvedere albe ne fintanto che non si arrivi alla conclusione del procedimento.
Ed è inoltre previsto il divieto di doppio incarico in caso di aziende sequestrate. Una norma che servirà ad aumentare il numero dei soggetti coinvolti, evitando che in nome della specializzazione si formino concentrazioni di professioni.

Il Movimento 5 Stelle critica la riforma perché sostiene che le aziende economicamente rilevanti sequestrate verranno affidate a dipendenti di Invitalia Spa. È così?
«Sono state dette cose gravi e false e credo che la società farà valere le proprie ragioni, nei modi che riterrà opportuni. Io posso soltanto ribadire che gestione e destinazione delle aziende sequestrate resta no sotto la responsabilità del Tribunale e dell' Agenzia, che i dipendenti di Invitalia saranno iscritti nell' albo degli amministratori soltanto se avranno le caratteristiche previste dalla legge. Si tratta di una possibilità messa a disposizione del Tribunale, che riguarderà una piccola percentuale di aziende e che rappresenterà un risparmio per le casse pubbliche. Non è certo un percorso obbligato».

Come cambia l' Agenzia per i beni sequestrati?
«L' Agenzia viene posta sotto la presidenza del Consiglio e potrà destinare i beni anche direttamente ad enti e associazioni: tra i destinatari delle aziende sono contemplati anche gli Enti territoriali. E il direttore non dovrà essere necessariamente un prefetto».

Quali le altre ricadute della riforma?
«Ora avremo tempi certi nella procedura di sequestro e confisca, e sarà consentito l' utilizzo provvisorio già in fase di sequestro. Tra le novità si prevede inoltre che amnistia, prescrizione e morte del proposto, non interrompano il procedimento di confisca, e che l' amministratore giudiziario possa essere autorizzato a pagare subito i creditori strategici. Ci sarà poi un forte coinvolgimento delle forze economiche e sociali, più trasparenza e rigore nel rapporto tra tribunale e amministratori, un potenziamento dell' Agenzia, e nuovi strumenti a sostegno delle aziende che dimostreranno di saper stare sul mercato».

Come tenere insieme legalità e produttività?
«È prevista innanzitutto la creazione di un Fondo di garanzia per le aziende sequestrate che ha già una copertura e la delega al Governo per creare un Fondo anche per gli immobili sequestrai e confiscati. E si prospetta la un coinvolgimento a titolo gratuito degli imprenditori del territorio nella valorizzazione delle aziende sequestrate. Se la collaborazione si protrae positivamente per 12 mesi, si matura un diritto di prelazione. Inoltre, se un credito bancario risultasse non di buona fede, la banca sarebbe segnalata alla Banca d' Italia».

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