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In migliaia in Toscana per Papa Francesco: "No a chiesa ossessionata dal potere"

PRATO.  Papa Francesco è arrivato a Prato. L'elicottero del pontefice è atterrato allo stadio Lungobisenzio. Bergoglio è stato accolto dal vescovo Franco Agostinelli, dal sindaco Matteo Biffoni e dal prefetto Maria Laura Simonetti. Ad attenderlo anche 300 studenti pratesi e circa 30 mila persone in fila già dall'alba. Il Papa raggiungerà piazza Duomo con la papamobile, dove parlerà alla folla affacciandosi dal pulpito della Cattedrale. Sulla papamobile, il Pontefice sarà accompagnato dal vescovo.

 «Non dobbiamo essere ossessionati dal potere, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all'immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso». Lo dice il Papa al convegno della Chiesa italiana. «Umiltà, disinteresse, beatitudine: questi - ha detto il Papa nel discorso al convegno della Chiesa italiana - i tre tratti che voglio oggi presentare alla vostra meditazione sull'umanesimo cristiano che nasce dall'umanità del Figlio di Dio. E questi tratti - ha aggiunto - dicono qualcosa anche alla Chiesa italiana che oggi si riunisce per camminare insieme. Questi tratti ci dicono che non dobbiamo essere ossessionati dal 'poterè, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all'immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso. Se li assume, invece, sa essere all'altezza della sua missione. I sentimenti di Gesù ci dicono che una Chiesa che pensa a se stessa e ai propri interessi sarebbe triste. Le beatitudini, infine, sono lo specchio in cui guardarci, quello che ci permette di sapere se stiamo camminando sul sentiero giusto: è uno specchio che non mente».

Il Papa ha esortato i pratesi a «non restare chiusi nell'indifferenza, ma ad aprirci». «Ci è chiesto ha detto - di uscire per avvicinarci agli uomini e alle donne del nostro tempo. Uscire, certo, vuol dire rischiare, ma non c'è fede senza rischio». Papa Bergoglio ha osservato che «di fronte alle trasformazioni spesso vorticose di questi ultimi anni, c'è il pericolo di subire il turbine degli eventi, perdendo il coraggio di cercare la rotta». «Si preferisce allora - ha osservato papa Francesco - il rifugio di qualche porto sicuro e si rinuncia a prendere il largo sulla parola di Gesù. Ma il Signore, che vuole raggiungere chi ancora non lo ama, ci sprona. Desidera che nasca in noi una rinnovata passione missionaria e ci affida una grande responsabilità. Chiede alla Chiesa sua sposa di camminare per i sentieri accidentati di oggi, di accompagnare chi ha smarrito la via; di piantare tende di speranza, dove accogliere chi è ferito e non attende più nulla dalla vita».

«La sacralità di ogni essere umano - ha detto il Papa a Prato - richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno; mi permetto qui di ricordare i 5 uomini e due donne di cittadinanza cinese morti due anni fa a causa di un incendio nella zona industriale di Prato, vivevano e dormivano all'interno dello stesso capannone in cui lavoravano, in una zona era stato ricavato un piccolo dormitorio di cartone e cartongesso, è una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni disumane di vita e questo non è lavoro degno». «La vita di ogni comunità - ha aggiunto il Papa subito dopo aver evocato i 7 morti di nazionalità cinese periti due anni fa nel rogo del capannone dove vivevano e lavoravano - esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno dell'illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la verità!». «Mi hanno detto che voi giovani avete fatto una veglia di preghiera, grazie, grazie», ha detto prima di congedarsi dalla folla.

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