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Trieste, città di centenari: al via uno studio per capirne il segreto

TRIESTE. Quando nel 2014 Giovanni, all'epoca 101 anni, fu invitato alla festa dei centenari di Comune di Trieste e Azienda sanitaria n.1, rifiutò con una motivazione lapidaria: «No vado cò tuti quei veci» (Non ci vado, sono tutti vecchi). L'indomabile spirito triestino si misura in queste parole e potrebbe essere una delle ragioni della longevità degli abitanti di questa città. Tanto da avviare una ricerca cui partecipano vari centri di ricerca italiani.

«Stiamo cercando di ricostruire la storia di queste persone» spiega il professor Silvio Garattini, direttore Irccs Istituto di ricerche farmacologiche 'Mario Negri' di Milano, presente al pranzo annuale dei centenari organizzato da Comune e ASS. All'Hotel Savoia si sono presentati 30 dei 135 centenari di Trieste e provincia; numero alto considerando la popolazione di oltre 200 mila abitanti. Tra questi, c'era anche Giovanni, con la moglie, Ernesta, di 95 anni, che ha sposato 76 anni fa.

Eppure, «qui la media dei centenari è dello 0,7 per mille rispetto alla media europea che è di 0,3 - continua Garattini - Delle singole storie tenteremo di individuare i punti in comune; poi preleveremo campioni di sangue per le analisi necessarie, studieremo i marcatori per capire le ragioni della longevità». Sicuramente tra queste non c'è l'assenza di stress, visto cosa è accaduto nell'ultimo secolo. Giovanni ed Ernesta, ad esempio, sono esuli dell' Istria; Jolanda, la più anziana (109 anni), insordita ma lucida, ha sofferto per il figlio emigrato in Australia. E poi la fame, le sofferenze in quest'angolo d'Italia dove le due guerre mondiali sono state più atroci che altrove.

«È strano - conclude Garattini - di solito forti concentrazioni di anziani si riscontrano tra popolazioni isolate che vivono da sempre nello stesso luogo, Trieste invece è l'esatto contrario: ha popolazione multietnica con un incrocio di gente che arriva da tutte le parti. È vero che qui c'è una grande attenzione agli anziani, il contesto è favorevole, ma non basta. Seguiremo nel tempo queste persone e quelle che ancora non hanno un secolo d'età e forse tra anni capiremo il perchè».

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