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Rossi-Marquez, Honda rilancia le accuse:
"Il calcio è evidente"

ROMA. Il calcio di Valentino Rossi a Marc Marquez durante il Gp di Malesia è evidente, e «la direzione di corsa non avrebbe dovuto aspettare fine gara per decidere, si poteva sanzionare subito». A sei giorni dal Gp decisivo per il Motomondiale, quello di Valencia, è direttamente l'Honda a riaccendere il fuoco della polemica tra i piloti.

 In una lunga intervista al sito del team, è il vicepresidente Honda Racing Shuhei Nakamoto a rilanciare le accuse. «Prima di tutto, riteniamo sia molto importante parlare di fatti e non d'ipotesi - le parole del dirigente Honda - E i fatti sono chiari: Marquez ha vinto in Australia togliendo a Lorenzo 5 punti nel campionato; poi giovedì, prima del Gp di Malesia, Rossi lo ha accusato di aver aiutato Lorenzo; infine, in gara a Sepang, Rossi ha intenzionalmente spinto Marc fuori dalla traiettoria».  Rammaricati per la situazione, e pronti ad accettare la decisione del Tas di Losanna sul ricorso di Valentino, i dirigenti giapponesi ricordano che dopo la gara di Phillip Island Rossi e Marquez «si sono stretti la mano, in segno di una battaglia corretta» e negano che il loro pilota stesse rallentando l'italiano della Yamaha. «I tempi sul giro erano abbastanza veloci: no, stavano spingendo entrambi al massimo. È chiaro - prosegue Nakamoto - che Valentino intenzionalmente spinge Marc verso l'esterno della pista, un comportamento già fuori dalle regole; a quel punto Marc non ha avuto altra scelta se non andare largo. I dati della sua moto dimostrano che stava cercando di evitare il contatto con Valentino, ma la sua leva del freno anteriore ha improvvisamente ricevuto un colpo che ha bloccato la ruota: siamo convinti che sia frutto del calcio di Rossi. Quanto ai dubbi sul suo comportamento, Marc è un bravo ragazzo, stava solo difendendo la sua posizione: gli crediamo al 100%».

 Nakamoto, infine, punge Rossi: «Ricordiamoci di Motegi 2010, quando Lorenzo lo accusò di essere troppo aggressivo nonostante fosse escluso dalla corsa per il titolo e lui rispose: 'Cosa si aspetta la Yamaha, che io arrivi dietro?'. Valentino - la conclusione - è il più grande atleta di questo sport: se vincerà, sarà perchè lo ha meritato. I suoi 36 anni aumentano il rispetto che il nostro mondo nutre per lui: ma non capiamo nè le accuse sull'Australia, nè il comportamento a Sepang. Speriamo si renda conto del suo errore».

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