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Fabrizio Corona torna a casa: affidato ai servizi sociali

Decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano

MILANO. Fabrizio Corona da oggi è tornato a vivere nella sua casa di corso Garibaldi, zona della movida milanese, da cui mancava da poco meno di tre anni, dai tempi della fuga e della latitanza in Portogallo prima dell'arresto. Quella casa dal cui balcone, ai tempi di Vallettopoli, lanciava mutande alle ammiratrici definendo il pm Woodcock «un talebano». Ora, però, è «un uomo nuovo» e non lo va ripetendo soltanto lui, ma lo ha certificato anche il Tribunale di Sorveglianza di Milano che gli ha permesso di lasciare la comunità di Don Mazzi per svolgere l'affidamento in prova ai servizi sociali «sul territorio».

«Ce l'abbiamo fatta, sono contentissimo, ringrazio voi avvocati e i giudici», ha commentato a caldo l'ormai ex 'fotografo dei vip' parlando con i suoi difensori, gli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra. Non potrà tuttavia, stando alle prescrizioni impartite dal giudice estensore Giovanna Di Rosa, diffondere sue fotografie, nè usare i social network come Facebook e Twitter, nè rilasciare interviste.

Potrà uscire di casa tra le 6 e le 23 e nel fine settimana (a partire da venerdì) tra le 10 e le 24 e dovrà rimanere in Italia, anzi più precisamente sempre in Lombardia e potrà usare il telefono soltanto per esigenze di lavoro e famiglia. Il fine pena scatterà nel marzo del 2021, ossia dovrà scontare ancora altri cinque anni e mezzo circa (che potranno essere ridotti con la liberazione anticipata) e al termine di un'udienza, fissata per il 9 dicembre prossimo, la Sorveglianza dovrà dare il via libera al proseguimento dell'affidamento.
Nei prossimi giorni, intanto, l'ex 're dei paparazzì si recherà all'Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) per firmare  le prescrizioni e dare, quindi, ufficialmente il via al percorso di reinserimento sul territorio.

Già lo scorso giugno, dopo circa due anni e mezzo di detenzione, Corona era uscito dal carcere ottenendo l'affidamento in prova nella comunità 'Exodus' di Lonate Pozzolo (Varese). In quel caso, il giudice Di Rosa aveva concesso l'affidamento per una serie di ragioni, tra cui l'assenza di  pericolosità sociale e il passato di tossicodipendenza dell'ex agente fotografico. Giovedì scorso, poi, davanti ad un collegio della Sorveglianza si era tenuta l'udienza per decidere sulla conferma o meno dell'affidamento. Davanti ai magistrati l'ex
'fotografo dei vip' aveva ribadito più volte di essere cambiato, chiedendo ancora un'opportunità per dimostrarlo. «Fidatevi di me», aveva detto, e lo stesso sostituto pg Antonio Lamanna, evidenziando il «mutamento», aveva dato parere favorevole. Oggi per Corona è arrivata non solo la conferma del provvedimento, ma anche la possibilità di tornare a casa a scontare la pena che resta.

Secondo il Tribunale, dunque, il suo percorso di riabilitazione potrà passare attraverso l'impegno nel lavoro nella sua agenzia di comunicazione (non gli è stato impartito di svolgere attività di tipo sociale) e le cure verso la famiglia. Dovrà frequentare, ovviamente, anche il Sert, il servizio per le tossicodipendenze. «I giudici hanno stabilito che è cambiato, che è meritevole di questa opportunità e che ha diritto di lavorare come tutti gli altri e questo è un grande risultato», hanno chiarito i suoi legali. Certamente la particolarità della sua attività lavorativa, che porterà avanti in pratica quasi nello stesso ambiente in cui si muoveva prima, quello dei vip, richiede, a detta dei giudici, attenzione. Intanto, il suo profilo Facebook, che in questi mesi era stato riempito di sue immagini e di frasi come «si puede» e «mai smettere di sognare», non è stato più aggiornato da ieri.

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