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Canone Rai, un'unica rata con prima bolletta dell'anno

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan

ROMA. Il canone Rai si pagherà tutto insieme in un'unica soluzione, con la prima bolletta dell'anno. Niente più rate e, a quanto pare, niente più multe maggiorate, che cadranno invece sulle aziende elettriche che ometteranno di riversare gli introiti all'erario o di comunicare alle autorità pubbliche l'elenco dei morosi. La legge di stabilità, arrivata sul tavolo del presidente della Repubblica, è ancora attesa in Parlamento nella sua versione definitiva, ma le ultime bozze in circolazione continuano a mostrare modifiche rispetto ai testi precedenti. La prima riguarda proprio la tassa sulla tv, ma sembrano aver preso una forma definitiva anche le risorse che le Regioni riceveranno da una parte e si vedranno sottrarre dall'altra.

Dopo il rischio di aumento delle addizionali o dei ticket nelle amministrazioni in deficit sanitario, emerge ora che, se da una parte le Regioni dovranno fare i conti proprio con il ridotto incremento del fondo sanitario (a 111 miliardi anzichè ai 113 previsti), dall'altra vedranno nel 2016 le loro casse rimpinguarsi di 1,3 miliardi. Una cifra che non colma totalmente il taglio di 2,2 miliardi previsto «a legislazione vigente», ma che comunque rappresenta un trasferimento netto da parte dello Stato. Tuttavia dall'anno successivo torneranno i tagli: quasi 4 miliardi nel 2017 ed oltre 5,4 sia nel 2018 che nel 2019. Non solo. Le Regioni che non avranno adempiuto alle disposizioni della legge Delrio, che prevedeva proprio l'assorbimento in ambito regionale dei dipendenti in esubero nelle Province in via di sparizione, saranno commissariate. La legge assorbe inoltre le ultime modifiche annunciate sulla casa. In particolare sull'addizionale dello 0,8 per mille che potrà essere ancora imposta sulle seconde case, ma solo nei Comuni che ne hanno deliberato l'imposizione anche quest'anno. Una precisazione, dopo l'obbligo agli enti locali di non aumentare alcun tributo, resa necessaria proprio dalla volontà del governo di rispettare fino in fondo l'obiettivo di evitare qualsiasi aumento di tasse, evidente o nascosto.

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, è stato ancor più perentorio: «le tasse - ha insistito ancora una volta - devono scendere». Ulteriore spazio di manovra per 3,3 miliardi, destinato in gran parte al taglio dell'Ires, potrebbe essere del resto assicurato se l'Ue concedesse al nostro Paese la flessibilità sui migranti, richiesta peraltro ufficialmente anche da Austria e Finlandia. In attesa dell'avvio dell'iter parlamentare e delle audizioni in cui parti sociali e istituzioni esprimeranno il loro giudizio, un primo parere sul ddl arriva intanto dal direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, che sposa la strategia di fondo dell'esecutivo Renzi. «Il Governo punta, a ragione, al rafforzamento della crescita: è il primo presupposto - spiega - per poter ridurre l'indebitamento».

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