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"Terrorismo minaccia l'Italia", l'allarme Consiglio Supremo di Difesa

Il CSD è un organo di rilevanza costituzionale preposto all'esame dei problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale. Una sede perfetta per fare il punto sulla sicurezza nazionale e sulle priorità di politica estera del Governo

ROMA. Nessun allarme specifico ma è chiaro che il quadro internazionale, soprattutto in aree molto vicine all'Italia, è in «rapido deterioramento». Ed è ancora più chiaro che il Giubileo attirerà i riflettori del terrorismo fondamentalista sul nostro Paese, per cui l'allerta dell'intero sistema di sicurezza e di difesa da oggi si posiziona sul rosso. Non è stato un Consiglio Supremo di Difesa (CSD) di routine quello che si è ieri oggi al Quirinale sotto la guida del presidente Sergio Mattarella con il premier Matteo Renzi e diversi ministri.

Il CSD è un organo di rilevanza costituzionale preposto all'esame dei problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale. Una sede perfetta per fare il punto sulla sicurezza nazionale e sulle priorità di politica estera del Governo. Soprattutto in un momento nel quale gli impegni della Comunità internazionale crescono di settimana in settimana spaziando in un teatro immenso che va dalla Libia all'Afghanistan, passando per Siria ed Iraq. «L'offensiva terroristica nei diversi teatri di crisi si sviluppa e minaccia di investire il nostro stesso Paese», è la premessa che si evince dalle analisi di intelligence portate dal ministro degli Interni Angelino Alfano e dalle relazioni dei ministri Gentiloni e Pinotti.

In questo quadro preoccupante «prevenire è meglio che reagire», sottolinea il Consiglio Supremo che da oggi chiede «pragmatismo e realismo» a tutto il sistema di sicurezza e di intelligence italiano. Ma non solo: anche le Forze Armate sono chiamate con decisione da Governo e Quirinale a fare la loro parte per una rapida riorganizzazione attraverso «scelte chiare».  La preoccupazione che è emersa oggi al Colle è quella - spiegano fonti ministeriali - di un ritardo nelle misure da prendere soprattutto in vista dell'avvio del Giubileo, evento che non si può e non si deve sottovalutare nelle dimensioni e nei rischi. È in questa chiave che si legge un passaggio della nota finale della riunione quando si sottolinea come sia «necessario che gli sforzi siano concentrati sulle esigenze di più immediato e diretto interesse per la sicurezza nazionale, con realismo».

Grande prudenza anche sulle missioni internazionali. La decisione sul rinnovo dell'impegno italiano in Afghanistan,confermano le stesse fonti, è stata rinviata al prossimo vertice della Nato di fine Novembre in Turchia dove si farà il punto con gli alleati. Ma se la premessa è che «l'Italia opera in seno alla Comunità Internazionale, con tutte le capacità di cui dispone», la parola d'ordine è pragmatismo e nessuna fuga in avanti. Il no ad «atti unilaterali» esce confermato da questo Consiglio Supremo di Difesa.

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