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A scuola di kalashnikov, iniziativa in Francia per i bimbi: polemica

Sdraiati a terra, a pancia sotto, in assetto da guerra, muniti di gilet e fucili d'assalto come cecchini pronti a sparare. No, non è la foto di un addestramento militare delle teste di cuoio o della Legione straniera. Ma di un gruppo di innocui ragazzini di 9 o 10 anni

PARIGI.  Sdraiati a terra, a pancia sotto, in assetto da guerra, muniti di gilet e fucili d'assalto come cecchini pronti a sparare. No, non è la foto di un addestramento militare delle teste di cuoio o della Legione straniera. Ma di un gruppo di innocui ragazzini di 9 o 10 anni, iscritti alla scuola elementare di Flastroff, un tranquillo villaggio della Mosella, nell'est della Francia. Un'immagine sconcertante - realizzata in un parcheggio adiacente alle mura scolastiche - che ha scatenato proteste ai quattro angoli del Paese. Lo scattoè stato realizzato venerdì scorso da un fotografo del giornale di zona, 'Le Rèpublicain Lorran', in occasione di uno stage promosso dal 40/o reggimento della vicina cittadina di Thionville.

Obiettivo? Illustrare le attività dell'esercito ai giovanissimi. Solo che la dimostrazione si è decisamente spinta un po' troppo lontano. Tanto che oggi, nella Francia a bocca aperta per quelle immagini, lo stesso ministero della Difesa ha condannato l'iniziativa annunciando «sanzioni nei confronti dei responsabili». «Questa dimostrazione non faceva parte del programma» stabilito nel quadro dell'atelier, ha deplorato il portavoce del ministero a Parigi, Pierre Bayle. Mentre gli alti vertici militari deplorano «l'eccesso di entusiasmo» dei loro colleghi nel mostrare agli studenti il funzionamento dei fucili
d'assalto Famas. Certo, pare che quelle armi fossero completamente scariche. «Non c'era alcun pericolo per i bambini», assicura il comandante Gregory Fierling, nel tentativo di minimizzare l'episodio ritenuto comunque gravissimo.

«È inaccettabile», tuona Antoine Chaleix, il responsabile del ministero dell'Istruzione in Mosella, aggiungendo: «Non possiamo pensare che dei bambini possano entrare in contatto con armi da fuoco manipolandole in quel modo, non è un'attività compatibile con il programma scolastico, è un atto che non ha nulla di pedagogico». Il sindaco di Flastroff, Roland Schneider, si è detto «profondamente triste per questa polemica».

«Due anni fa abbiamo condotto la stessa operazione e non diede fastidio a nessuno», protesta il primo cittadino non scomponendosi più di tanto per l'accaduto e assicurando che pure dai genitori non sono arrivate proteste. Un atteggiamento simile a quello assunto dal preside della scuola nonchè prof dei bimbi coinvolti nella simulazione militare che ora è stato convocato per fornire spiegazioni. Mentre l'esercito ha avviato un'indagine interna.

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