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Pino Daniele, chiesta l'archiviazine dell'indagine sulla morte

Pm, morto per decadimento cuore, nessuna responsabilità penale

ROMA. Potrebbe arrivare presto la parola 'fine' per la vicenda giudiziaria nata dopo la morte del cantautore Pino Daniele, deceduto la notte tra il 4 e 5 gennaio scorso. La Procura di Roma ha chiesto al gip l'archiviazione per il procedimento in cui si ipotizzava il reato di omicidio  colposo. Per i magistrati capitolini non si ravvisanoresponsabilità penali nelle concitate ultime ore di vita
dell'artista.

La decisione del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e del sostituto Marcello Monteleone arriva a circa due mesi dalla perizia con cui i medici legali avevano fornito risposte in merito alla causa della morte dell'artista. Per chi indaga siamo in presenza di uno shock cardiogeno, un decadimento dell'organo e non di un fenomeno paragonabile ad un infarto. In altre parole, il cuore dell'autore di 'Napul'e« si è lentamente spento. Un fattore, però, che potrebbe avere accelerato questo processo sono stati i farmaci che Daniele ha assunto al comparire dei primi sintomi di malessere. Si tratta di un tipo di farmaco che se da un lato aumenta il flusso sanguigno dall'altro abbassa la pressione e questo potrebbe aver aggravato ulteriormente il quadro clinico di un soggetto con patologie cardiache croniche e con bypass.

Per i pm di piazzale Clodio, questo quadro clinico fa passare in secondo piano anche la decisione, presa da Daniele autonomamente, di non recarsi in ambulanza nell'ospedale più  vicino alla sua residenza toscana: quello di Orbetello. Forse, qualche chance in più di rimanere in vita ci sarebbe stata, ma il cuore del grande cantautore napoletano era veramente malandato e la sua volontà era esclusivamente quella di farsi vedere dal suo cardiologo, a Roma. Nel ricostruire le ultime ore di vita del grande artista, la compagna Amanda Bonini, ha raccontato che nel viaggio dalla casa di campagna verso Roma, Daniele ha riferito continuamente i sintomi di quello che gli stava accadendo. Quando il navigatore indicava che mancavano sei minuti all'ospedale S.Eugenio, smise di parlare e i medici del pronto soccorso, dopo un disperato tentativo di rianimazione, non poterono fare altro che costatarne la morte.

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