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Amata da William e Kate, in tv la penultima stagione di "Downton Abbey"

ROMA. Ispiratrice di moda, libri e arte, premiata con una pioggia di Bafta, Emmy, Golden Globe e Guinness World Record come produzione tv con più recensioni favorevoli al mondo, «Downton Abbey», la serie cult di Julian Fellowes, è al capolinea: mentre a settembre in Inghilterra ha debuttato la sesta e ultima stagione, in Italia dal 18 ottobre su La5 andrà in onda la quinta. Un lungo addio per i protagonisti.

Per quattro stagioni Downtown Abbey è andato in onda su Rete 4 nel periodo natalizio. La stagione che vedremo in Italia si apre nel 1924 (e coprirà i mesi da aprile a novembre di quell'anno) con un nuovo tipo di governo inglese che annuncia cambiamenti in programma che si faranno sentire per tutto il Paese. Ci saranno ancora scontri tra Carson e la signora Hughes a causa di un monumento ai caduti della I guerra mondiale, mentre un'attrazione fatale causerà seri problemi a Jimmy e Mary sarà pronta per vivere un nuovo amore. La giovane Edith lotterà per controllare i suoi sentimenti finendo col provocare delle ripercussioni sull'intera famiglia.

Gareth Neame, produttore di Downtown Abbey, ha spiegato in un'intervista che anche in questa stagione la serie si caratterizzerà per un mix di drama, comedy e romanticismo. E se i personaggi faranno quel che il pubblico si aspetta da loro, allo stesso modo non mancheranno i colpi di scena. Il produttore ha anche anticipato quello che vorrebbe fosse il finale di questa serie, immaginando che ai telespettatori possa piacere una sorta di risoluzione.

Il pubblico all'estero ha continuato ad essere catturato da questa serie curata nei minimi dettagli a partire dall'ambientazione storica e dai costumi oltre che dalla trama e dai dialoghi: la domanda da porsi è perchè? Ideata da Julian Fellowes, ha un cast strepitoso in cui giganteggia Maggie Smith ovvero lady Violet, contessa madre, continuando con Cora, interpretata da Elizabeth McGovern (C'era una volta in America). Non è affatto un caso se Downton Abbey ha ricevuto fino a oggi 46 premi (ultimi, il Golden Globe a Joanne Froggatt e il SAG Award), oltre a 158 nomination, ed è stata venduta in oltre 200 Paesi. Anche se in Italia i dati non sono stati altrettanto soddisfacenti, forse perchè si tratta di un prodotto troppo sofisticato, a detta di alcuni critici, per il pubblico italiano. Ma è anche vero che i Rolling Stones guardano Downton Abbey, il principe William e Kate Middleton si dicono fan, nel film Iron Man 3 c'era una scena in cui Robert Downey junior segue Downton Abbey.

«Gli uomini lo guardano quanto le donne ma se ne vergognano un po' - dice Allen Leech, che nella serie interpreta Tom Branson, autista che, lui sì, riesce a salire la scala sociale sposando una delle tre sorelle Crawley -. Due anni fa mi fermarono al controllo passaporti ed era appena andato in onda l'episodio in cui avevo uno scontro con mia moglie. L'agente prese il mio passaporto e mi guardò a lungo, poi dal nulla mi disse: 'Certo che ti sei comportato proprio male con tua moglie!', poi si sentì in dovere di aggiungere: 'Non che io guardi la serie. Sa, è mia moglie...'».

Forse il successo planetario di Downton Abbey sta nel fatto che la serie, pur mostrando una società divisa nettamente per classi, dimostra che il cambiamento è possibile, che il progresso sociale e tecnologico è fatto di piccoli, ma ineluttabili passi.

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