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Roma, si dimette il sindaco Marino: "Le posso ritirare ma ora serve una verifica seria"

ROMA. Si è dimesso il sindaco di Roma Ignazio Marino. Dopo una lunghissima giornata di incontri, pressing e trattative, in serata il primo cittadino della capitale ha deciso di lasciare l'incarico. Una mossa attesa sin dalla mattinata il cui annuncio ufficiale è arrivato però solo alle 19.30. In piazza del Campidoglio alla notizia è esploso il coro "Tutti a casa". Per Roma e per Ignazio Marino è stato il  giorno più lungo della sua consiliatura e anche l'ultimo.

«Presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un'astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche». Così  il sindaco Ignazio Marino annunciando le sue dimissioni.

Una lunga e lenta agonia iniziata a metà mattinata con una giunta  aperta anche ai consiglieri capitolini per capire il da farsi: da  una parte gli assessori di area renziana Causi, Esposito, Rossi  Doria e Di Liegro, pronti a presentare le loro dimissioni;  dall'altra Marino convinto ad andare avanti. In piazza dopo la  calca dei giornalisti sotto la lupa capitolina, le forze  dell'ordine decidono, per motivi di ordine pubblico di mettere le  transenne, giusto in tempo prima dell'arrivo dei sostenitori delle  varie forze politiche di opposizione: da Forza Nuova al Movimento  5 Stelle. Dall'entrata del Campidoglio è un via vai di  consiglieri, deputati e assessori. Sel conferma di voler staccare  la spina sin dal primo minuto, i consiglieri del Pd escono ed  entrano senza aprire bocca, quelli di opposizione si dicono pronti  ad andare alle elezioni in primavera.

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