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Valanga in Guatemala, almeno 30 morti e fino a 600 dispersi

Frana fango e terra su 125 abitazioni. Soccorsi per salvare vite

CITTÀ DEL GUATEMALA.  È salito ad almeno 30 il numero dei morti in seguito alla valanga che si è abbattuta in Guatemala, in un villaggio ad una ventina di chilometri dalla capitale. Circa 600 i dispersi. Lo hanno riferito i soccorritori citati dai media internazionali. Le operazioni di soccorso sono ripartite stamane con 500 tra vigili, poliziotti e soldati impegnati. La stagione delle piogge, da maggio fino a novembre, aveva già ucciso 8 persone quest'anno. Nel 2014, c'erano stati 29 morti, due dispersi e 25 feriti.

Uno dei responsabili della protezione civile, Alejandro Maldonado, ha riferito di «circa 600 persone disperse» sulla base del calcolo «delle abitazioni, circa 125, raggiunte dalla frana». Per ore e ore, nel corso della giornata, sono andati avanti i disperati tentativi di trovare persone ancora vive, sebbene sepolte sotto la valanga di fango, hanno precisato le autorità, ricordando inoltre le oltre 200 persone evacuate. Le persone salvate sono al momento 34, ha precisato Maldonado, sottolineando che sul posto sono impegnate 1.200 uomini del soccorso.

Maldonado ha riferito di nove morti, precisando che probabilmente il bilancio finale sarà «superiore» e che alla base dello smottamento c'è stata «una combinazione di fattori», tra i quali le piogge e alcuni drenaggi «illegali» nell'area. Altre fonti riferiscono invece di almeno dodici morti. All'incontro con la stampa ha preso parte anche il presidente del Guatemala, Alejandro Maldonado (padre del funzionario della protezione civile), il quale ha chiesto aiuti internazionali «di fronte a questa emergenza nazionale». I media locali, ricordano che tra le vittime c'è Qaini Wilfredo Bonilla Sandoval, un 18enne che faceva parte della squadra giovanile di squash del Guatemala: la casa della sua famiglia è stata completamente distrutta e suo fratello Winifer, anche lui atleta, è rimasto ferito nel disastro. La stampa segnala, inoltre, che anni fa l'area era stata classificata «ad alto rischio» frane.

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