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Ex Province siciliane, dopo la bocciatura la Regione cerca l’accordo con Roma

Modifiche sul meccanismo del voto e sugli organi elettivi: il governo presenta un nuovo testo per evitare l’impugnativa

PALERMO.  Le proposte sono state messe nero su bianco e mandate al vaglio dell’ufficio legislativo e legale della Regione. Domani a Roma il nuovo confronto con il sottosegretario Gianclaudio Bressa. La Regione prova a «salvare» la riforma delle ex Province, a rischio impugnativa da parte di Palazzo Chigi, con un pacchetto di aggiustamenti che gli uffici dell’assessorato alle Autonomie locali hanno predisposto.

Controdeduzioni che sono frutto delle scelte operate nel corso di un vertice, nei giorni scorsi, con cui i partiti hanno deciso come muoversi. E sottoposte all’esame degli avvocati della Regione. Di fatto la Regione proverà a evitare l’impugnativa apportando alla legge approvata ad agosto alcune modifiche che cercano di rispondere proprio alle osservazioni formulate da Roma anticipando l’impugnativa che deve essere formalizzata entro il 4 ottobre.

Gli interventi principali riguardano l’introduzione del voto ponderato e la modifica degli organi. Il primo è un complesso meccanismo di voto previsto dalla legge Delrio che assegna un «peso» diverso al voto di ciascun Comune a secondo della popolazione. La legge siciliana non lo aveva previsto ma adesso è intenzione della Regione recepirlo esattamente nella stessa formulazione della Delrio.

Per quanto riguarda gli organi a Roma la delegazione siciliana proporrà di tagliare l’adunanza (non prevista a livello nazionale, organo composto da sindaci, consiglieri e presidenti di circoscrizione e che elegge presidenti di liberi consorzi e sindaci metropolitani). L’adunanza verrebbe sostituita da un consiglio che invece è di natura elettiva. Una modifica che di fatto, insieme all’adunanza, cancella il potere di sfiduciare sindaci metropolitani e presidenti.

DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 29 SETTEMBRE

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